Beaumont sur Mer – Oggi voglio onorare quei pensieri che durano il tempo di una stella cadente.
Ciò che viene definito ‘normale’ è figlio della repressione, del diniego, della proiezione, introiezione, spaccature e altre forme di azioni distruttive acquisite con l’esperienza. E’ radicalmente alienato dalla struttura dell’essere.
Più si riconosce, più si pensa all’inutilità di andare avanti con descrizioni generalizzate di presupposti e specifici schizoidi, schizofrenici, “meccanismi” isterici. Inoltre, non bisogna dimenticare che vi sono forme di alienazione relativamente strane rispetto a quelle statisticamente ‘normali’. La persona alienata ‘normale’, per il semplice fatto che agisce come gran parte della gente, viene considerata sana di mente.
Altre forme di alienazione considerate fuori dal seminato del prevalente stato di alienazione sono quelli che vengono additati dalla maggioranza come cattivi o matti e dunque facenti parte di una minoranza. Non si possono schiudere le ali della libertà e volare senza lasciare qualcuno o qualcosa dietro di Te. Aiuto!!!
La soluzione del dilemma me la diede lo scrittore John Fante: “Una sera me ne stavo a sedere sul letto della mia stanza d’albergo a Bunker Hill nel cuore di Los Angeles. Era un momento importante della mia vita; dovevo prendere una decisione nei confronti dell’albergo. O pagavo o me ne andavo: così diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato sotto la porta. Era un bel problema, degno della massima attenzione. Lo risolsi spegnendo la luce e andandomene a letto.”
Il mio breve sonno venne riempito dalla presenza di Vladimir Majakovskij e a ciò che scriveva alla sua donna, anche se, forse, in maniera, un po’ esagerata: “L’amore è la vita, è la cosa più importante. Dall’amore si dispiegano i versi, e le azioni, e tutto il resto. L’amore è il cuore di tutte le cose… Se il cuore interrompe il suo lavoro, anche tutto il resto si atrofizza, diventa superfluo, inutile. Ma se funziona non può non manifestarsi in ogni cosa.”
Al mattino non Ci fu nulla di più odioso del trillo della sveglia che mi strappò bruscamente al sonno. Cercai allora, per quanto possibile, di rendere l’impatto meno duro con unasuoneria gradevole.La luce del sole è stato il segnale più naturale e atavico dell’ora in cui svegliarsi. Visto che dormire in una stanza buia è il modo più fisiologico per assicurarsi un buon riposo.
Mi sono svegliato poco a poco, come quando ero bambino, per gradi. Nel corso degli anni ho cominciato a scoprire me stesso e il mondo. Per lungo tempo li ho dimenticati, per poi riscoprirli. Qualche anno fa, preso coscienza del risveglio, ho cominciato ad ipotizzare che uno degli anni futuri, sarei stato sveglio sempre più, senza mai più tornare indietro, senza mai più liberarmi di me stesso.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik