UN CAPETTO CASARECCIO

Beaumont sur Mer

Carissimi Amici,

per non rendere completamente inutili le cose che scrivo e voi leggete, rendeteli utili! La mia utilità o la mia inutilità dipende da voi non da me. Io faccio ciò che uno come me deve fare: scrivere!! Mettete da parte il qualunquismo ed agite in difesa della nostra storia, della nostra dignità, della nostra collettività e del futuro dei nostri figli!

Carissimi, la vostra azione contro gli abusi, le ingiustizie e lo strapotere dei bulli di paese, è la più adatta a rappresentare la vita intera di una persona nel suo isolamento.

La vostra azione, contro tutto quello che vi investe ingiustamente, contiene l’essenza dell’essere umano. Il fine dovrebbe essere quello di lasciarsi coinvolgere e far parte di una lotta contro gli arroganti incolti e il loro amore malsano di fare del male al prossimo più debole.

Questo modo di agire diventa un’esigenza, per alcuni di noi, un vero e proprio conflitto, un problema centrale dell’intera vita e da sempre auspico che questo sia naturalmente un problema altrettanto centrale anche per il resto della collettività.

E’ imprescindibile che il conflitto, per quanto aspro e violento, venga condotto almeno in apparenza tra forze eguali o perlomeno non tra avversari di forza incomparabilmente diversa. Ciò di cui sto parlando, corrisponde a questo ultimo esempio.

Ostile è colui che abusa della carica istituzionale che lo vorrebbe difensore della collettività e al servizio della gente senza insultarla semplicemente perché di opinione diversa: “Sbagliato France’. Prima di parlare verificare che sia inserito il cervello (Se esiste! Se non costituisce un modesto riempitivo della scatola cranica!)”

La lotta che si svolge tra avversari le cui forze non siano reciprocamente proporzionate (per es., la lotta dell’uomo contro la divinità o contro un’altra potenza misteriosa dotata di una forza assoluta, come l’ereditarietà nobiliare, ecc.) non può essere presa in considerazione. Non è una lotta ma una punizione nei confronti dei deboli. Una tale inverosimile lotta è esprimibile soltanto in un’estasi sterile, solo in modo intimo, individuale, con la rassegnazione dolorosa della collettività!

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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