Spifferi di palazzo 30

LA “LEZI0NCINA          ” DI MELONI A DRAGHI

          “Per alcuni  la politica estera è farsi una foto con Francia e Germania quando poi non si porta a casa niente”. La “maestrina” Giorgia Meloni dismette per una trentina di minuti gli abiti della “underdog”, sale in cattedra e coglie l’occasione del dibattito sull’Europa per “impartire” una lezioncina a Mario Draghi.

          Alla “ragazzotta” della Bufalotta non va giù che si continui a magnificare la foto del suo predecessore con Macron e Scholz in treno verso Kiev. “L’Europa non è a 3 ma a 27, bisogna parlare con tutti, dice. Questo è fare bene il mio mestiere”. Salvo poco dopo correggersi cercando di arrampicarsi sugli specchi e dicendo di “avercela con il PD non con lui”.

          E che c’azzecca il Nazareno, direbbe Di Pietro, con lo scivolone della Premier? E quando Meloni ironizza sul “grande gesto da statista” chi aveva nel mirino, sempre il PD o Draghi?

          Diciamo la verità e cospargiamoci la testa di cenere: Su Giorgia Meloni abbiamo sbagliato in molti indicandola come un astro nascente.  E così non è stato. Certamente è una furbacchiona, molto cinica, e non è una stupida. Ma non basta essere giovane e donna per salire nell’Olimpo della Politica. Puoi arrivare a Palazzo Chigi ma lì ti fermi e sei come gli altri

Agli inizi di sbagli ne ha commessi, e siamo stati tutti indulgenti anche per il gravoso incarico al quale le urne l’avevano chiamata. Poi però gli errori sono aumentati, insieme ad alcuni colpevoli silenzi, ad altre vistose retromarce, alla capacità di perdere facilmente le staffe. E la “giovanotta” ha cominciato a mostrare tutti i suoi limiti, diventando spesso anche irritante.

Da un anno fa esattamente, o quasi, tutto il contrario di quello che ha promesso in campagna elettorale, evitando però di dirlo agli italiani e soprattutto ai suoi elettori.

Ha dovuto mettere da parte, per real politik, il presidenzialismo virando su di una proposta di premierato che ha fatto diventare la “madre di tutte le riforme” ma che difficilmente vedrà la luce. Mantiene nel Governo figure inquietanti solo per evitare di aprire scenari nei quali Salvini si butterebbe a pesce. Non dice una parola sui tanti italiani che non arrivano alla fine del mese ma, contrariamente a Maria Antonietta, non dà loro neppure le brioche. Aveva promesso un’approvazione rapida e senza emendamenti della manovra economica prima dell’Immacolata, ma la blindatura sembra saltata e il voto definitivo ci sarà al fotofinish tra Natale e Capodanno, come con tutti gli altri governi. E quando qualcosa non va, la colpa è sempre di altri.

E’ cresciuta troppo in fretta e il suo entourage, tranne qualche limitata eccezione, non l‘ha aiutata.

PdA

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