spifferi di palazzo 29

IL PD PER CRESCERE DEVE OFFRIRE AGLI ITALIANI UN FUTURO

          Ci sarà un motivo per cui il PD – Schlein o non Schlein – nei sondaggi non riesce a scrollarsi dal 19/20 per cento. E la spiegazione forse sta nella incapacità di indicare con chiarezza ai propri elettori, e anche ai possibili alleati, che cosa vuol fare e con chi, qual è il suo progetto-paese.

          A giugno si vota per la futura Europa e il messaggio del Nazareno non può essere “per l’Europa progressista, moderna, ambientalista, femminista”.  Un minestrone dove, senza fantasia, entrano anche temi presi in prestito da episodi di cronaca nera che hanno scosso le coscienze di molti cittadini, ed hanno fatto rumore, ma che non possono diventare il manifesto di una competizione elettorale.

          Lo slogan è banale. Serve a scuotere dal loro torpore i tanti che da anni non votano più? Luigi Granelli, più volte ministro e sottosegretario della DC, negli anni ’80, per giustificare i primi dati di disaffezione elettorale (si era intorno al 70 per cento) diceva che nei paesi moderni non si andava più a votare in massa. Non aveva, invece, capito il campanello di allarme di un’Italia che si stava allontanando dai partiti e quindi dalla politica!

          E il PD di oggi ne è una conferma. Elly Schlein non è diventata segretario per il voto degli iscritti, che avevano scelto Bonaccini, ma con le Primarie dove una “massa” di cittadini senza tessera di partito e senza alcuna regola – se non una firma “distratta” su un ciclostilato di una trentina di righe e un contributo di 2 euro – una mattina si sono messi in fila davanti ai Gazebo e hanno ribaltato il risultato della base.

Bene. Dove sono finiti questi elettori? Hanno  preso la tessera del PD? Si sono impegnati nel dare un seguito agli appelli della “loro” Segretaria? Non sembra, visti i deludenti risultati dell’ “estate militante” promossa dalla Schlein. Oppure anche loro – e sarebbe più grave – non hanno “capito” il suo messaggio.

La Chiesa dice: “Scherza con i fanti e lascia stare i santi”. Un monito che, girato sul profano,  potrebbe riguardare  quegli “orecchianti” della politica che una volta ogni tanto, tra un aperitivo domenicale e l’altro, non vanno a Messa ma pretendono di dire la loro sulla politica che non sembra ma è ancora una cosa seria. Questi signori – molti dei quali avevano votato alle primarie del PD – dove erano quando il 25 settembre 2022 si è votato per la Camera e il Senato con un astensionismo che ha toccato il picco del 40 per cento?

Lo sanno, questi signori dell’aperitivo domenicale alle Primarie, che la Destra ha vinto anche grazie al loro starsene a casa?  “Anche” perché le opposizioni, egoiste e politicamente miopi, ci hanno messo del loro, presentandosi divise con le bandierine di appartenenza quando la Destra – messe per un giorno da parte le divisioni interne – si è presentata unita ed ha consentito a Giorgia Meloni di… stravincere. Per ora e, Salvini permettendo, per i prossimi anni.

Le Primarie hanno funzionato una sola volta con Prodi. E peraltro erano truccate. Quindi o le si strutturano una volta per tutte con regole precise o è meglio tornare ai Partiti, riaprendo le sezioni e selezionando le future classi politiche. Non è un tornare indietro ma un modo per evitere  di portare in Parlamento degli “scappati di casa” senza arte né parte. E’ quello che Elly Schlein dovrebbe fare parlandone a fine settimana con politici del calibro di Romano Prodi, Enrico Letta e Paolo Gentiloni. Inutile parlare di Europa se prima non si ristruttura un PD che non c’è.

 In questo modo avrebbe un senso aver rifiutato il confronto di Atreju con Giorgia Meloni         

PdA

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