Spifferi di palazzo 24

MELO…SCONI SULLA STRADA DEL CAVALIERE?

          E’ passato poco più di un anno dalla vittoria elettorale della Destra. Un successo reso ancora più eclatante dal tonfo delle Sinistre, come sempre divise.

A dire il vero, i primi mesi di governo, contrariamente alle più “nere” previsioni,  lasciavano ben sperare. Poi però il lupo non ha tardato a materializzarsi e da allora le cose sono andate sempre peggio con una Presidente del Consiglio che ha progressivamente  mostrato l’inadeguatezza sua e dei “famigli”, tranne qualche eccezione, di cui si  circonda.

          E le ultime decisioni allarmano, tanto da far pensare ad una riedizione del Cavaliere in gonnella. Anche se spesso lei preferisce indossare i pantaloni.

        Prendiamo gli ultimi episodi. Innanzitutto sorprende l’attacco improvviso ad una parte della magistratura di un Ministro accorto e misurato come Guido Crosetto.  Perché? Che cosa sa? Possibile che Giorgia Meloni non ne sapesse nulla? Un fumogeno – come i critici sostengono – per nascondere le difficoltà economiche del Paese, per non parlare dei tagli alle pensioni e alla sanità contenuti in questa manovra?

          Un’ altra vicenda altrettanto allarmante riguarda l’intenzione, un po’ estemporanea, del presidente della commissione Cultura della Camera di convocare l’editore Cairo Urbano Cairo e la giornalista Lilli Gruber dopo lo scontro verbale con la Premier sul patriarcato? Lo può fare? E, se si, con quale motivazione? Ed anche in questo caso la Meloni era all’oscuro? Con questa iniziativa chi si vuole intimidire, a chi si pensa di mettere il bavaglio?

          E veniamo al provvedimento del Consiglio dei Ministri che ha suscitato parecchi interrogativi: Le pagelle per i magistrati, aggiornate costantemente sulla base di tante voci di valutazione: indipendenza, imparzialità, produttività, laboriosità. Una sorta di giustizia sotto esame che allarma soprattutto per la tempistica di una decisione presa all’indomani delle “preoccupazioni” del Ministro Crosetto.

          Siamo tornati alla “guerra” berlusconiana contro i giudici? Anche Giorgia Meloni sposa l’idea di una magistratura silente, allineata sulla linea governativa?

  Un indizio resta un indizio, due indizi sono una coincidenza ma tre indizi fanno una prova!

PdA

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