MELONI E SALVINI COME I VENDITORI DI PENTOLE NEL DOPOGUERRA
Negli anni del dopoguerra, all’ingresso dei mercati rionali, a volte c’era qualche…affabulatore che, per raccogliere un po’ di gente alla quale vendere pentole e coperchi, saliva su di uno sgabello mostrando un uovo dal quale faceva credere che dopo qualche minuto sarebbe venuto fuori un pulcino. E intanto provava a vendere…
Una scena che ricorda – ma le Opposizioni non ne sono certo esenti – Giorgia Meloni e Matteo Salvini, da un anno intenti a propinare panzane al Paese.
Il segretario della Lega con il Ponte sullo Stretto, il cui progetto definitivo ancora non c’è, anche se non passa giorno senza che il suo Ministero sbandieri una data di inizio del cantiere previsto per l’estate del 2024 e perfino di fine lavori, verosimilmente entro luglio 2030.
E la Premier non è da meno, con la soluzione “miracolistica” di un protettorato” in terra albanese per i migranti diretti sulle nostre coste e salvati nel Mediterraneo da navi italiane ma che non vogliamo in Italia. Un accordo talmente complesso che inevitabilmente farà sì che questa intesa – che sulla carta dovrebbe consentire all’Italia di delocalizzare in Albania 36.000 migranti l’anno (ma per il Primo ministro di Tirana solo 3.000) rischia di rivelarsi un flop.
Perché? Troppe le incognite giuridiche, economiche e politiche: il soccorso in mare innanzitutto, e poi le operazioni di identificazione, le procedure per il trattenimento dei richiedenti asilo, l’eventuale ritorno in libertà di quei migranti che dovranno lasciare l’Albania per tornare in Italia su traghetti costretti a fare di continuo la spola con l’Italia.
E poi c’è un punto fondamentale su cui il protocollo sorvola: il passaggio in Parlamento. Soprattutto in Italia dove i numeri sono a favore della Destra ma che allungheranno i tempi.
Giorgia Meloni invece, fedele alla sua idea di premier forte e autonomo, lo vorrebbe evitare anche se l’operazione ha grossi costi, tutti in capo all’Italia, che invece dovrebbero essere autorizzati dalle Camere.
Ma la “ragazzotta” della Garbatella ha fretta e punta sulla sua operatività già per la primavera del 2024 in modo da poter affrontare le Europee di giugno almeno con un colpo in canna, che è poi il “vero” obiettivo di questo accordo.
Ma anche il Primo ministro albanese ha pochi margini per evitare la conta nelle aule di Tirana. Per lui però la situazione potrebbe essere più semplice.
Meno per il nostro Presidente del Consiglio, tenuto “ancora” a rispettare quella Costituzione che, proprio perché nata dall’antifascismo, le è indigesta e vorrebbe ridurre a carta straccia.
L’art. 80 infatti stabilisce che il Parlamento debba ratificare i trattati internazionali che comportino oneri alle finanze dello Stato e modiche alle norme nazionali. E l’accordo prevede sia gli uni che le altre.
Ma questo Giorgia, diploma di maturità linguistica, non lo poteva sapere. Più grave, nella masseria salentina dove ha passato le vacanze tra l’assaggio di un granchio blu e la preparazione del viaggio “di lavoro” in Albania, che nessuno l’abbia informata.
Succede se ci si circonda solo di parenti ed amici “fidati” ma poco preparati per il ruolo che il voto popolare le ha assegnato!
Peccato per lo slogan elettorale “ad effetto” e già in cantiere: fuori gli immigrati dal… sacro suolo italico!
E la prossima “conta” europea ha giocato un ruolo anche per il premierato, gettato nella mischia del dibattito politico sempre in chiave elettorale, in un momento poco opportuno: Con due guerre in corso, una manovra economica asfittica e molte famiglie che avrebbero preferito vedere il Presidente del Consiglio impegnato ad affrontare i loro problemi.
Ma tant’è: le elezioni sono alle porte e tutto serve, tutto fa brodo! Solo che Meloni e Salvini hanno fatto i conti senza l’oste. E l’oste, il conto ai due Governanti, lo potrebbe presentare proprio la prossima primavera e rischia di essere molto salato.
Altro che Ponte sullo stretto, immigrati in Albania e Premierato! Le priorità degli italiani sono altre e più urgenti. Per “giocare” ci sarà un’altra stagione!
PdA