Spifferi di palazzo 15

L’ALBANIA COME GUANTANAMO?

          Quando questo Governo, prima o poi, concluderà la sua…avventura verrà ricordato per due “storici”, per usare un aggettivo caro alla Premier, flop: il Ponte sullo Stretto (un do ut des della Meloni a Salvini per tenerlo buono) e il tentativo di trasformare in Albania il porto di  Shengjin e l’area di Gjader in una Guantanamo dell’ Europa.

          Sembra che per quest’ultimo obiettivo il Presidente del Consiglio, questa estate, abbia addirittura “sacrificato” qualche giorno delle sue vacanze. “Altro che aperitivi!”, ha tenuto a precisare nell’annunciare lo “storico” accordo con i dirimpettai albanesi.

          Non le si può dar torto. Convincere un Paese, che non fa parte dell’Europa, a prendersi senza alcun corrispettivo, una quota dei migranti che arrivano dalle coste africane e sbarcano in Italia è impresa certamente straordinaria. Sempre che sia realizzabile.

          E qui soccorre la memoria.

Di Giorgia Meloni ricordiamo quando, ancora all’opposizione, “urlava” contro quanti l’hanno preceduta a Palazzo Chigi di arginare l’ondata di sbarchi con la proposta di un blocco navale, la caccia agli scafisti per tutto l’ “Orbe terraqueo”, la “guerra” alle ONG, l’intesa (anche in questo caso storica) con la Tunisia, solo per ricordare alcune “sparate“ a salve.  Appunto, senza alcun risultato.

          Ora, di fronte a sbarchi che nel suo anno di governo si sono più che triplicati, si gioca la carta dell’Albania. Ha deciso tutto da sola o la decisione “storica” è maturata nel ristretto giro di parenti ed amici “fidati”? E’ stato consultato  qualche giurista sulla fattibilità del progetto o si è fatto come per la proposta del premierato?

E l’Europa è stata preventivamente avvisata? Sembra di no! Ed è giuridicamente possibile salvare in mare vite umane, portarle a terra,  e poi spedirle come un pacco postale in un porto “non” di provenienza e senza il loro accordo?

 E, una volta in Albania, quale sarà il loro status? Costoro saranno liberi o verranno obbligati a restare all’interno dei recinti costruiti dall’Italia, di fatto in carcere? E a quale legislazione dovranno rispondere, la nostra o quella albanese?

Per come l’iniziativa ci è stata presentata, sembra un guazzabuglio abbastanza complicato con una sola certezza: Questa volta Giorgia Meloni ha preso l’accordo non per telefono ma incontrandosi personalmente con il primo ministro albanese Edi Rama.

Speriamo per lei che non sia un sosia!

PdA

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