LA RESA DEI CONTI – THE SHOWDOWN

Beaumont sur Mer – Doomsday è un gioco di sopravvivenza a tema zombie con competizione online multigiocatore ed elementi di strategia in tempo reale. Ambientato in un futuro prossimo in cui gli zombie hanno conquistato il mondo, i sopravvissuti devono lottare per le loro vite e per il futuro dell’umanità.

Ancora una volta nella storia umana, il futuro è affidato alle decisioni e scelte di un gruppo ristretto di “persone”. L’umanità è quasi arrivata alla cosiddetta “ora zero”, durante la quale dovrà trovare le soluzioni alle serie minacce che si stanno manifestando nel mondo e nella vita delle singole persone.

In particolare nella vita delle generazioni future. I mutamenti climatici, il crollo dell’economia, una crescente carenza di cibo e di acqua potabile, l’aumento dei livelli di povertà, dovuta alla non indispensabilità della persona umana. Non ultima, la sempre più probabile minaccia di una guerra globale, sono crisi che interessano l’intera umanità nell’immediato e le cui soluzioni si fondano sul modo in cui l’uomo concepisce e concepirà la propria presenza nel mondo.

 Un fatto è certo, un nuovo mondo sta affiorando. Dalle crisi globali del terrorismo, dal crollo, voluto dai potenti, dei sistemi economici e della guerra, alle credenze profondamente personali che circondano l’aborto, i rapporti e la famiglia, i temi che dividono rappresentano un chiaro riflesso del modo in cui gli uomini concepiscono loro stessi e di conseguenza il mondo nel quale vivono.

L’irrefrenabile natura delle divisioni di classi è anche un chiaro segno che necessita un rinnovamento della loro concezione. Alcune nuove scoperte concernenti le origini dell’uomo, il proprio passato e le convinzioni più radicate sulla esistenza umana inducono l’uomo moderno a ripensare le credenze tradizionali che definiscono il mondo e la propria vita, credenze che provengono dalle false ipotesi di una scienza incompleta e obsoleta.

Così facendo, le soluzioni alle sfide della vita diventano ovvie, e le scelte si fanno evidenti. Per esempio, la situazione statunitense. Le 400 famiglie più ricche degli Stati Uniti possiedono la stessa ricchezza del 50 percento più povero della popolazione. Soli i sei eredi di WalMart, (La Walmart Stores Inc, è una multinazionale statunitense, proprietaria dell’omonima catena di negozi al dettaglio Walmart, fondata da Sam Walton nel 1962) “valgono” più del 30 percento della ricchezza degli americani.

Il 50 percento più povero degli americani possiede solo il 2.5 percento della ricchezza del paese. L’uno percento più ricco della popolazione degli Stati Uniti ha aumentato la sua quota del reddito nazionale dal 17.6 percento nel 1978 ad un sorprendente 37.1 percento nel 2011. Negli ultimi 30 anni, la forbice fra i redditi dei ricchi e quelli dei poveri è andata costantemente allargandosi in un buco nero.

 Nell’occidente industrializzato il reddito medio del 10 percento più ricco della popolazione è circa nove volte quello del dieci percento più povero. É una differenza enorme. Le cifre pubblicate dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) mostrano che le differenze sociali, iniziate negli Stati Uniti e nel Regno Unito si sono allargate a paesi come la Danimarca, la Germania e la Svezia, che tradizionalmente hanno un basso livello di disuguaglianza.

L’inaccettabile ricchezza dei banchieri è ora di dominio pubblico. Ma questo fenomeno non è confinato solo al settore finanziario. In molti casi, i managers delle grandi aziende guadagnano 200 volte di più dei loro lavoratori meno pagati. Questa differenza eccessiva ha già provocato un crescente risentimento, che si sta trasformando in furia che inevitabilmente si riverserà nelle strade di tutto il mondo. La tensione crescente si rifletterà in scioperi, scioperi generali, dimostrazioni e rivolte.

Si riflette già nelle elezioni liberal-democratiche dei paesi occidentali attraverso il non  voto di protesta contro i governi e tutti i partiti esistenti, come si è visto di recente nelle elezioni nazionali italiane. Tutto questo, però, non sembra sortire nessun cambiamento sostanziale. Una violenta ribellione sembra imminente e come tutte le rivoluzioni sarà come il parto: dolorosa, sanguinosa, ma necessaria.

Il Mondo ha le doglie e sta per partorire grandi trasformazioni. Nel mondo occidentale c’è e ci sarà sempre meno lavoro, forse bisognerà ripensare al fatto che solo il lavoro salariato sia alienante, forse è il lavoro per quanto necessario ma in quanto tale, ad esser una alienazione dal sé umano.

Perché dopo Marx non è venuto Aprile ma Dicembre e poi di nuovo novembre ancora aspettiamo un nuovo Marx. Le contraddizioni causate dal dominio capitalistico ancora una volta stanno producendo crisi economica, rafforzamento della competizione tra le grandi potenze, aggressioni dirette ed indirette ai popoli dei Paesi più deboli e rafforzamento del militarismo. Ancora una volta si sono create le condizioni per un conflitto mondiale che tutte le classi dominanti dicono di non volere ma che rafforzano ogni giorno di più con le loro scelte economiche, politiche e militari.

Non ci sarò più. E cosa ci sarà? Non ci sarà niente. E dove sarò, quando non ci sarò più? Davvero la morte? No, non voglio?”. Lev Tolstoj

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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