Spifferi di Palazzo 6

PER ORA… NAUFRAGA IL PIANO MATTEI DELLA MELONI

          Più volte annunciato con orgoglio – ma a scatola chiusa – il Piano Mattei, del quale poco o meno si conosce, non c’è. Da 6 mesi la Premier propaganda un progetto ambizioso per aiutare i paesi poveri dell’Africa e così “drenare” il flusso di sbarchi migratori sulle nostre coste.

Un’idea senz’altro suggestiva ma che non si è mai concretizzata né pubblicamente, tanto meno in Parlamento, maturata solo all’interno dell’ “in circle” meloniano e che ora addirittura slitta al prossimo anno.

Un altro flop del governo Meloni nella lotta agli sbarchi che in quest’anno si sono triplicati?

E’ vero che gli immigrati, specie i…negri, hanno da sempre ”disturbato” Giorgia Meloni fin dai tempi in cui si formava politicamente alla Garbatella, una borgata che oggi si è ripresa con gli interessi quell’attenzione un tempo negata, diventando una delle zone di tendenza e più ambite di Roma.

          E’ nata forse in quegli anni la sua avversione, direi anche ideologica, verso l’uomo o la donna di colore che l’hanno portata a chiedere ai governi che l’hanno preceduta  un  blocco navale. Come, con chi e in quali forme, non lo ha mai detto. Ma è un po’ nel suo stile: urlare, criticare e non spiegare!

Successivamente, arrivata a Palazzo Chigi, la Premier ha compreso che il problema era più complesso di come lo aveva immaginato dirigendo allora i suoi strali contro gli scafisti, “da ricercare per tutto l’orbe terraqueo”, e allacciando rapporti con vari paesi della costa africana e non solo nel tentativo di frenare il boom degli sbarchi.

E’ in questa cornice che nasce il “famigerato” Piano Mattei di cui in questi mesi la Premier si è riempita la bocca.

          Ma che c’azzecca, direbbe Di Pietro,  Giorgia Meloni con Enrico Mattei, della cui figura impropriamente e indebitamente cerca ora di appropriarsi? Sa, la Premier, che il  fondatore dell’Eni a suo tempo fu oggetto di sferzanti attacchi da parte della destra confindustriale e missina e che per  la sua storia personale e politica non può far parte del suo album di famiglia?

  Capo partigiano dopo l’8 settembre 1943, Mattei l’anno dopo rappresenta la DC nel Corpo Volontari  della Libertà. Organizzatore e dirigente delle varie formazioni cattoliche viene arrestato dalla polizia fascista e solo più tardi riesce ad evadere dal carcere di Como per proseguire come partigiano nella lotta di liberazione.

Per tornare al Piano Mattei c’è da dire che la situazione internazionale certamente non aiuta. La “guerra” fra Israele e Palestina e la instabilità che coinvolge l’intera area ha messo seri ostacoli sul cammino. Così come si sono inceppati gli accordi specifici sui migranti siglati in pompa magna a Tunisi, presente con la Meloni anche Ursula von der Leyen.

E si parla di nuovo di un altro flop del nostro Governo!

PdA

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