A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE…

Beaumont sur Mer – Generalmente, la frase “Stay Hungry, Stay Foolish… viene considerata come il testamento esistenziale di Steve Jobs. Mentre lo stesso Steve Jobs tiene molto a ricordarci che lui l’ha raccolta, quando era adolescente, da un hippie, Stewart Brand e dalla sua pubblicazione di grande successo commerciale: “The Whole Earth Catalogue” del 1968.

Studiare questa storia, in tutti i suoi profondi riflessi, ci aiuta a capire molto sulla costruzione di internet, sul marketing di Apple e su tanti aspetti del passaggio di testimone tra l’utopia del ’68 e l’epopea visionaria-commerciale del Web.

L’umanità, secondo alcuni illustri scienziati, sarebbe il risultato di una duplice evoluzione, biologica e culturale, e andrebbe collocato nei punti di convergenza e di divergenza fra queste due linee di sviluppo. Fra l’ evoluzione biologica e quella culturale cambierebbero i nomi che vengono dati ai meccanismi evolutivi particolari, e non semplici concetti e legami teorici sotterranei bensì profondi. In questo senso, si può ad esempio vedere come l’evoluzione culturale non sia determinata da scelte naturali, ma da esse comunque condizionata.

Questo avverrebbe perché le mutazioni genetiche controllerebbero gli organi che rendono possibile la stessa evoluzione culturale dando vita al linguaggio, la caratteristica praticamente esclusiva degli uomini. Staremmo vivendo, dunque, uno dei cambiamenti più grandi nella storia della nostra civiltà. Dalla rivoluzione industriale a quella della biotecnologia .

In questo ultimo mezzo secolo due tecnologie si sono parallelamente sviluppate: l’ingegneria genetica e l’informatica, la scienza dell’informazione e le scienze naturali. In un mondo gestito completamente dall’economia, dove le macchine fanno gran parte del lavoro, la natura della conoscenza incapsulata all’interno delle stesse macchine deve, scriveva Marx, essere sociale. In conclusione, il filosofo tedesco immaginava la creazione di una “macchina ideale” di grande e infinita longevità e che non sarebbe costata nulla. Una macchina che potesse essere costruita con niente non avrebbe aggiunto nessun valore al processo produttivo e in un tempo molto breve sarebbe costata pochissimo riducendo così il prezzo, il profitto e il costo del lavoro di tutto ciò che ne sarebbe stato influenzato.

Il requisito necessario è comprendere che l’informazione è tangibile e che il software è in effetti una macchina. Memorizzazione, banda larga e potere elaborativo stanno per collassare. In questo contesto, il valore del pensiero di Marx e’ di una chiarezza fenomenale. Siamo circondati da macchine che costano niente e potrebbero, volendo, essere indistruttibili.

 Milioni di persone cominciano a prendere coscienza che è stato venduto loro un sogno, come una scommessa al lotto, con prospettive meravigliose che però sono risultate disastrose . La risposta non può che essere “rabbia” e diffidenza verso forme di capitalismo che riesce solo a fare a brandelli il mondo e l’umanità.

L’umanità ha bisogno di qualcosa che va al di là dei sogni utopici e progetti orizzontali a termine e su piccola scala. Servono progetti basati sulla ragione, evidenze e riscontrabili nella loro sostenibilità. Le bandiere rosse e canzoni del movimento Syriza durante la crisi greca, e l’aspettativa che le banche sarebbero state nazionalizzate, ha fatto rinascere per poco tempo un sogno del xx secolo: l’abbattimento del Mercato e del Capitalismo.

L’informazione sta minando l’abilità del Mercato di stabilire il prezzo dei prodotti. Questo succede perché il Mercato si basa sulla scarsità dei prodotti mentre l’informazione è abbondante. Il Sistema di potere pensa di difendersi creando monopoli- le grandi società di High Tech- in un numero mai visto negli ultimi 200 anni , ma che non saranno sufficienti.

Nel produrre modelli affaristici e valutazioni condivise che si basano nel far proprie, privatizzando tutta la produzione dell’informazione sociale, servirà solo a mettere insieme un fragile edificio corporativo scommettendo sui bisogni basilari dell’umanità: lo scambio gratuito delle idee. Beni, servizi e organizzazioni sembrano ormai non in grado di rispondere ai dettati del Mercato e della managerialità gerarchica. La più grande fonte di informazione al mondo – Wikipedia – viene fatta e gestita da volontari gratuitamente abolendo, di fatto, la vendita delle enciclopedie e togliendo all’industria pubblicitaria una marea di denaro.

 Negli ultimi 25 anni l’economia si sta dimenando con questo problema: Tutte le correnti economiche si muovono da una condizione di scarsità, mentre l’energia più dinamica , l’informazione, abbonda. L’informazione, diceva Stewart Brand, vuole essere libera: “Information wants to be free”. Tacciato da alcuni critici di tecno-utopismo, Brand è fermamente convinto che, quando l’uomo sarà in grado di far sua la necessaria conoscenza, e tutta l’informazione e gli strumenti di cui ha bisogno, egli sarà in quel momento capace di dare una nuova forma più sostenibile al mondo che ha creato. Questa nostra Terra, secondo Brand, non è soltanto tutto ciò che abbiamo, ma in essa è anche racchiuso tutto ciò di cui abbiamo bisogno per realizzarla. E’ possibile, dunque, ipotizzare che, data la conoscenza, l’informazione e gli strumenti, gli esseri umani possano ridisegnare il mondo in qualcosa di sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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