PER NON DIMENTICARE

Beaumont sur Mer – Questo è il punto in cui la persona potrebbe scoprire che amare non è sempre uno stato permanente dell’essere, ma è temporaneo e fugace come un millennio agli occhi dell’universo. Un sentimento complesso di attaccamento e di ossessione.

Nel Nord-Ovest canadese, vivono uomini che non rivendicano gli agi prima di aver lavorato per conseguirli. Donne e uomini che sanno dare importanza ad una tendina ricamata su una piccola finestra, ad un mazzolino di fiori su una mensa imbandita, che non badano alla piega dei pantaloni e indossano Levis 501; sanno preferire una covata di oche canadesi ad una Ferrari.

Donne e uomini che hanno costruito con le loro mani dei meravigliosi chalet in riva ad uno dei tanti bellissimi laghi che si trovano in questa parte del Canada. Proprio in uno di questi chalet ho passato quasi tre giorni insieme a Maria, Enzo e Luigi, persone a me care conosciute durante gli anni trascorsi in questa parte del mondo. Siamo partiti da Edmonton percorrendo la statale 43 verso Nord.

Dopo circa un’ora e mezza ecco Thunder lake, la metafora perfetta della provincia canadese. La provincia più profonda. Quella minuscola e inaccessibile. Che non si può conoscere se non la si vive. Difficile da immaginare, se non la si attraversa, e per la quale io provo un amore infinito ed una curiosità mista a fascinazione indescrivibile.

L’ovest canadese con gli spazi sconfinati delle praterie, i parchi e i paesaggi mozzafiato, le foreste e la spettacolare fauna: l’habitat naturale di alci, cervi dalle code bianche, grouses, anatre, oche canadesi e orsi. Oltre ad aurore boreali e paesaggi da cartolina.

Come vivono questi miei amici? Cosa hanno fatto negli anni? Hanno letto? Hanno scritto? Hanno passato il loro tempo libero davanti alla televisione come Homer Simpson? Hanno preparato torte di mele con sciroppo di acero? Hanno accarezzato i loro figli prima di metterli a letto? E i loro bambini? Cosa hanno fatto prima di diventare adulti? Progettavano avventure meravigliose al limitare della foresta? Sono andati a pesca sui ruscelli? Avranno portato il cane a correre e si sono persi in sogni di conquista del mondo?

E gli adolescenti? Come vivono in un posto simile gli adolescenti? Ciò che posso dire è che ho passato tre giorni stupendi. Pieni di cose. E pieni anche di silenzi. Di pause. Di riflessioni. Sono contento di sapere che al mondo esiste un posto che si chiama Thunder Lake dove amici lontani hanno costruito un piccolo villaggio dove passare i weekend lontani dalla città. Un gruppo ristretto di persone che vivono a ridosso di una foresta di pini e di faggi e si specchiano in un lago.

Gigino Adriano Pellegrini & G el tarik

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