CHI L’HA VISTO?

Verso la fine degli anni sessanta, i miei coetanei, sulle spiagge di Vancouver, danzavano come pazzi, e io li seguivo a fatica come ho fatto tutta la vita con le persone che mi interessavano. Quei giovani vivevano la loro vita, per me erano loro, con la loro voglia di vivere, con il loro modo di comunicare, la mia stella polare.

Giovani del ‘tutto e subito’, che non si annoiavano mai, che non dicevano banalità, ma bruciavano, come i falò in riva al Pacifico; bruciavano come magici fuochi d’artificio.

Forse, allora, restammo delusi da una certa forma di controcultura, oppure i sogni idealistici di pace e amore, rapidamente svanirono, di fronte a realtà più dure. Alcuni suggeriscono, ma non mi convincono, che il movimento fosse semplicemente una moda passeggera e che fosse solo questione di tempo prima che si estinguesse. Questo sarà stato vero in Europa e particolarmente in Italia, dove tornavo d’estate, e incontravo i mei coetanei che mi apparivano “stilizzati” rispetto al movimento Hippie nordamericano.

È anche possibile che il movimento Hippie fosse semplicemente troppo radicale per la società tradizionale e non fu in grado di ottenere un cambiamento diffuso e duraturo. Visto come una minaccia ai valori tradizionali, anche l’uso della droga e l’amore libero potrebbero aver contribuito al fallimento da lì a poco.

Vanno, comunque, dette alcune cose; gli hippies introdussero l’abbigliamento casual in un Nordamerica tradizionale, e questo portò ad un tracollo economico dell’abbigliamento formale e tantissime ‘Barber Shop’ furono costrette a chiudere. Donne senza reggiseno e uomini con i capelli lunghi minarono fin nelle fondamenta la società americana e non solo.

Gli hippies erano molto chiari e contro la guerra in Vietnam, e questo portò a un’ondata di marce e manifestazioni di protesta. Altro fu l’impegno sulla liberazione delle donne e i diritti civili.

Senza dimenticare l’impegno sull’ambientalismo. Il movimento hippie segnò una svolta storica nel sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli dell’inquinamento e della deforestazione, e questo portò all’approvazione di alcune leggi ambientali in quegli anni.

I fratelli Cohen sono oggi validi esempi di un modo d’essere mai tramontato e di questo ne sono testimoni i loro film. Primo fra tutti ‘The Dude’, il ‘Drugo’ del “Grande Lebowski,”: ‘Sai Maude, questo è un caso molto, molto complicato. Ci sono un sacco di input ed output, ma fortunatamente io rispetto un regime di droghe piuttosto rigido per mantenere la mente flessibile.…. Sai cosa diceva Lenin? “Tu cerca la persona che ne trae beneficio, e…, e… insomma… Io non sono il Signor Lebowski lei è il Signor Lebowski…Io sono Drugo!!! Ha capito è cosi che deve chiamarmi, altrimenti può chiamarmi drughetto drugantibus oppure drughino se è di quelli che mette i diminutivi in ogni cosa…..’

Ecco, questo è forse ciò che quelli della mia generazione non sono riusciti a trasmettere ai propri figli.  Mentre, al di qua dell’oceano Atlantico, a rappresentare quello che succedeva a Ovest di Roma, a ricordare quel modo d’essere, però ‘stilizzato’, è rimasto solo un capo di abbigliamento ‘proletario’, la ‘parka’, erroneamente chiamata ‘l’eschimo’ ben conservato sotto naftalina nell’armadio e, in qualche ricorrenza, mostrare ai propri figli!

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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