ANDREINA

Siamo stati sempre insieme io e Andreina

Stessa città, stesso quartiere. Stesso palazzo, stessa età.

Quindi stesso asilo. Stesse elementari, stessa scuola media, stesse classi, stessi banchi.

Ed anche stessi giochi, stesse vacanze, stesse festività.

I nostri genitori erano  contenti di  noi perché sapevano sempre che io stavo con lei  e lei stava con me.

I nostri divertimenti erano per lo più quelli riservati ai maschi ma lei ci si trovava benissimo e molte volte vinceva lei 

Era molto in gamba ed ammirata da tutti. Aveva il carisma della leader e dominava con piglio energico ogni situazione. Sia con me che con gli altri amici. Volevano  stare tutti con lei ma io pretendevo il mio diritto di prelazione nulla mia vecchia amicizia  per cui in ogni circostanza ed in ogni occasione stavamo insieme.  

Finita la scuola media, i nostri percorsi di studio si dividero per cui avemmo pochissime occasioni di incontri e nuovi e diversi amici.

Il giorno del suo quindicesimo compleanno mi invitò alla sua festa ma stentai a riconoscerla. Quando stava con me era magra, senza alcuna rotondità, gambe e braccia sottili ma robustissime, capelli corti, mani ferree con unghie corte. Insomma, un vero maschietto.

Alla festa apparve come una vamp: splendida, alta, seni turgidi, gambe tornite, capelli biondi, occhi celesti, labbra di fuoco, aggraziata nei modi e nell’eloquio.

“Ciao Vttorio” mi disse “ Sei proprio come ti ricordavo. Hai di diverso solo dieci centimetri in più”. Non sapevo se era un complimento  o qualcos’altro.

Io  mi sperticai a subissarla di elogi e apprezzamenti di ogni genere e ne rimase molto soddisfatta.

Durante i vari balli che facemmo tentai più volte di abbracciarla, ma lei mi puntava sempre il suo braccio sulla mia spalla e mi impediva di avvicinarmi. Io continuavo a farle dei complimenti a non finire sulla sua eleganza ed avvenenza che – le dicevo – mi affascinava moltissimo. Poi le chiesi un appuntamento per il giorno dopo, che mi concesse solo in virtù della nostra passata lunga amicizia.

Il giorno dopo ci incontrammo e rivangammo i nostri felici trascorsi ma lei continuava a non ricordare i  giochi e le nostre avventure. Ad un certo punto mi rimproverò e mi disse a brutto muso ”Basta con queste cose dell’altro secolo! Ma non ti sei accorto che qualcosa è cambiato ed ora sono completamente diversa?” “Eccome se lo vedo!”, le risposi “sei veramente fantastica e mi piacerebbe continuare a condividere le nostre vite! Ne sarei veramente felice!” “Non ci pensare nemmeno !o sono cambiata in tutto .Anche dal punto di vista sessuale- Maschietta ero e maschietta sono rimasta. Insomma… io amo le donne!”

Mi prese un colpo! Ma per camuffare l’imbarazzo le risposi: “Anche io…” E lei di rimando “ Vedo che in questo non sei cambiato affatto. Sei proprio scemo”. “”Ho capito, amore mio, ti si prepara una vita difficile. Ti auguro buona fortuna!”. “ Grazie” mi rispose ”Ma non chiamarmi più amore e neanche Andreina. Da oggi mi chiamo Andrea.” “Agli ordini! “ risposi e nel salutarla neanche mi diede la mano.

Mentre tornavo indietro rimuginavo tra me e me se per caso il mutamento che aveva  ubito Andreina fosse dipeso anche da me per i nostri continui giochi e comportamenti da maschi che avevamo trascorso nella nostra infanzia. Conclusi per il no, ma una punta di colpa e di dolore ha sempre accompagnato la mia vita.

Vit

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