MELONI SALVINI E URSO: CARTA VINCE, CARTA PERDE
Nell’immediato dopoguerra, ma anche ora nelle vicinanze dei mercati rionali o in genere all’uscita delle metropolitane, era facile notare capannelli di persone che affollavano un banchetto dove un “Affabulatore” muoveva con destrezza tre carte invitando i presenti a puntare su dove si trovasse l’asso di cuori.
E se nessuno si muoveva, ecco che tra la folla un distinto signore si faceva largo per fare la sua puntata, seguito da un complice che faceva altrettanto mettendo i soldi sulla carta giusta, e vinceva.
Un modo vecchio, “da paese arretrato”, per tentare la fortuna in un mondo dominato dal superenalotto e da altri giochi.
L’importante è saper raccontare alla gente che dalla miseria e dalla crisi si può uscire. Basta azzardare!
Ed è quello che questa Destra di imbonitori, con i “corifei” di regime, sta facendo da un anno con gli italiani che – insieme alla novità della prima donna premier – si attendevano ben altro.
Le difficoltà economiche sono sotto gli occhi di tutti e sono tante le famiglie, anche della media borghesia, che non riescono ad arrivare alla fine del mese: molte costrette a ridurre drasticamente i consumi, a tagliarsi le ferie e a vivere in una situazione di vera povertà.
Ma per Giorgia Meloni, un moderno ”Affabulatore” del gioco delle tre carte, e per i “complici” Matteo Salvini e Adolfo Urso, va tutto bene. Eppure gli italiani stanno vivendo un estate “stracalda” con i prezzi degli alimentari, dei voli e della benzina che hanno superato ogni limite di decenza.
E il ministro Urso ha il coraggio di dire che “abbiamo il costo industriale di benzina e diesel più basso d’Europa, molto più di Germania Francia e Spagna”. Solo che trascura di dire che i prezzi alla pompa dipendono per quasi il 56% dalle accise e dall’IVA.
Ma silenzio su quando, dai “comodi” banchi dell’opposizione, la Premier faceva del taglio delle accise un cavallo di battaglia della Destra, che lo ha inserito addirittura “nero su bianco” nel programma elettorale di Fratelli d’Italia, mentre Salvini, alla vigilia delle politiche del 2018, gridava che “non possiamo avere la benzina più cara d’Europa” e, più recentemente, l’8 febbraio 2023, annunciava che sopra i due euro il governo avrebbe tagliato le accise.
Come si vede, carta vince carta perde.
Che fine ha fatto l’altro cavallo di battaglia della Destra sugli sbarchi degli immigrati, sull’ipotesi di un blocco navale per fermarli, sulla caccia agli scafisti “per tutto l’orbe terracqueo”?
Quest’anno, in soli 8 mesi, il numero dei migranti arrivati via mare è cresciuto (dati del ministero di Piantedosi) del 115%: oltre 89 mila contro i 41 mila arrivati lo scorso anno. E marciamo verso i 100 mila!
E le “novità” del governo di Destra? Non se ne parla più. Ora circola un nuovo messaggio dell’ “Affabulatore” e dei suoi “corifei”: Abbiamo ancora quattro anni di tempo per portare a compimento il nostro programma.
Bene, c’è da fidarsi o sarà troppo tardi e l’Italia finirà come Don Falcuccio?
Carta vince, carta perde…
PdA