Beaumont sur Mer -Il termine assertività deriva dal verbo inglese “to assert” che, all’origine, significava “mettere uno schiavo in libertà”. Uno dei primi a parlare di “assertiveness” fu, nel 1949, Joseph Salter, uno studioso statunitense nel parlare di modo di agire umano, che, esaminando le cause e gli effetti dell’ansia sociale, elaborò le prime teorie sui comportamenti assertivi.
Lo studioso statunitense vedeva l’assertività come un modello di comportamento interpersonale, in grado di assicurare non soltanto un livello di civiltà nei rapporti fra le persone, ma insieme uno stato di benessere emotivo.
E’ mia opinione che le persone son portate spesso a valutare l’operato degli altri. Questo potrebbe rappresentare una insormontabile barriera alla comprensione e alla comunicazione. In modo molto generalizzato, siamo inclini a giudicare più con gli occhi che con le mani, perché è molto più semplice per ciascuno di noi, invece di ascoltare. Così si arriva a vedere più l’uomo come appare, mentre pochissimi ascoltano le parole e attraverso esse cercare di capire chi è l’interlocutore.
Uno dei maggiori drammaturgi della nostra era, George Bernard Shaw era molto esplicito nel dire: “Il solo uomo davvero dotato di sensibilità che ho incontrato in vita mia era il mio sarto: mi prendeva le misure tutte le volte che mi vedeva, mentre tutti gli altri mantenevano le vecchie misure e si aspettavano che io mi ci adattassi.”
L’incontro di due persone è l’incontro di due entità, di due soggettività e di due mondi, spesso molto lontani e molto diversi l’uno dall’altro. Le nostre diversità sono scritte nella storia di ciascuno di noi, nel nostro copione di vita, ed è con questo bagaglio che ci avviciniamo all’altro essere umano. Il marchese De Sade , nel suo essere molto riservato diceva: “Non è il mio modo di pensare che ha fatto la mia rovina , ma il modo di pensare degli altri.
Non è sempre facile comunicare le nostre intenzioni, le nostre opinioni ed il nostro sentire agli altri: spesso ci si sente frustrati, irritati, non compresi o attaccati. I rapporti fra essere umani si costruiscono nella direzione sbagliata e, ancor prima di avvicinarci all’altro, ci siamo già allontanati.
Spesso capita che ci si allontana anche dal nostro vero sentire, pur di non entrare in conflitto manifesto o latente, con l’altro.
Narciso era un giovane che rifiutò l’amore di Eco, una ninfa. Come punizione da parte di Nemesi, dea della vendetta e della giustizia, Narciso fu condannato ad un tormentoso amore di sé stesso. Tutto ebbe inizio il giorno che Narciso si chinò per bere da una fonte che rifletteva la sua immagine. Si invaghì della propria immagine al punto da soccombere di passione amorosa, non potendo raggiungere l’oggetto del suo desiderio.
La leggenda si è tramandata attraverso numerose versioni. In tutte, però, la scoperta della propria bellezza porta alla morte del giovane e dell’amata Eco.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik