UNA FIESTA DOPO L’ALTRA

Beaumont sur Mer -Passo  i giorni di questa triste e desolante realtà ricordando e leggendo. Leggendo e ricordando “I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri, i quali non sanno capire l’uomo che non accetta i pregiudizi ereditati, ma con onestà e coraggio usa la propria intelligenza”. Albert Einstein

Mi sveglio al mattino e mi ritrovo a destra la mediocrità che si manifesta nella dissimulazione di idee reazionarie sotto il manto del populismo o di una finta moderazione. Mi giro a sinistra e devo subire l’assopimento del pensiero critico, il venir meno di un ragionamento strutturato e dotato di senso. Cerco disperatamente qualcosa per consolarmi che non è la nutella, surrogato del cioccolato, di Nanni Moretti.

Dioniso, da non confondere con il generale siracusano Dionisio che combatté contro i Cartaginesi, era unico fra gli dèi ad essere figlio di una donna mortale, Semele, figlia del re di Tebe Cadmo e di Zeus. La tradizione vuole che sia giunto in Grecia dalla Tracia (una regione balcanica).  Esiste anche un’altra versione greca che lo vuole nato nella città greca di Tebe.

Si racconta che Semele desiderò vedere Zeus nel suo aspetto divino, ma pagò con la vita questo suo desiderio. Zeus che era anche dio della folgore, la fulminò con una delle sue saette.  Si vuole anche che Dioniso ebbe un trionfale arrivo in India dovuto al suo essere anche il dio del vino e diffusore della viticoltura greca in quel lontano Paese. I romani lo chiameranno Bacco. 

Al mito di Dioniso si ricollega un’altra storia dell’amicizia tra il delfino e l’essere umano. Nel corso di innumerevoli avventure e sciagure subite per affermare il suo diritto alla vita eterna, Dioniso un giorno chiese ad alcuni pirati di traghettarlo da Argo a Nasso, ma scoprì che lo avrebbero poi venduto come schiavo.

Per punirli, Dioniso trasformò i remi della loro nave in serpenti e avvolse la nave in una cortina di edera paralizzandola con tralci di vite fino a che i pirati, impazzirono e si gettarono a mare dove vennero trasformati in bellissimi delfini maschi e femmine. Da allora, si racconta, che i delfini divennero amici degli uomini e si adoperano anche a salvare questi ultimi dai flutti, in memoria del pentimento dei pirati da cui discendono.

Insieme alle feste dionisiache della polis si svilupparono in Grecia i misteri privati di Dioniso; culto esoterico, che al contrario di quello pubblico, che è rivolto a tutti, è riservato a pochi. Il culto si celebra di notte e vi si è ammessi attraverso un’iniziazione individuale, teleté, l’iniziazione, è un portare a perfezione, una realizzazione piena di tutte le potenzialità insite nell’uomo. Simbolo del misterioso, dell’esclusivo, dell’aldilà, diventa la grotta o la caverna bacchica, in cui si cela  Dioniso, Dio della vegetazione, dell’uva e del vino.

Fra i misteri greci il culto a Dioniso era il più popolare. Nato intorno al VI-V sec. a.c., non aveva luoghi particolari di culto ed era aperto a tutti (schiavi e donne compresi). Dioniso, in virtù del mito, era considerato divinità della vita e dell’oltretomba.
Poteva morire e ritornare a vivere, era Il mito dell’eterno ritorno: per questo era considerato un Dio liberatore, su cui gli adepti riponevano la speranza di una vita ultraterrena.

Si racconta che un giorno Dioniso apparve ad una bellissima donna di nome Arianna. Per motivi che non è dato sapere, la giovane era disperata al punto da indurre Dioniso a sposarla.

Teseo, leggendario eroe degli Ateniesi, volle eguagliare la gloria di Eracle suo parente, compiendo altrettante imprese ardite; uccise ladroni e sacrileghi. Dopo aver rapito la moglie di Dioniso Arianna, portandola via da Creta, la abbandonò sull’isola di Nasso per ordine di Dioniso.

Oggi i predicatori divulgano la nuova novella sul come una persona qualsiasi potrebbe entrare in contatto con le informazioni che nel mondo si producono ed insieme potrebbe confrontarle fra di loro e con quelle del passato. Ciò che doveva essere un’autentica rivoluzione in grado di trasformare radicalmente e su scala planetaria il panorama sociale, culturale e politico, si sta, ahimè, trasformando in un probabile genocidio. Il potere ha scoperto che l’uomo qualunque, dopotutto, non è per nulla indispensabile.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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