IL RINVIO

Gli astronomi l’avevano ampiamente previsto: il 20 maggio del 1910, alle ore 4,25, la Terra sarebbe stata attraversata dalla coda della cometa di Halley.

Questa cometa è molto affezionata alla Terra. Non può stare molto tempo senza vederla per cui le dedica visite periodiche.

Ma è un amore non corrisposto: la Terra farebbe molto volentieri a meno di queste imbarazzanti visite.

Comunque la buona educazione insegna di fare buon viso a cattivo gioco e di sopportare di buon grado anche questa visita tanto, come le precedenti, non può durare a lungo.

Però questa volta gli astronomi – molto più precisi – sono alquanto preoccupati del rendez- vous per cui, sperando in un grossolano errore, rifanno più volte le complicatissime equazioni orbitali per contestare i primi embrionali calcoli  fatti negli anni passati, che hanno dato come risultato l’incrocio delle traiettorie dei due astri.

Ma anche questi nuovi calcoli confermano quelli fatti in precedenza.

Lo scontro ci sarà.

Ma quali saranno le conseguenze?

Le teorie più varie si accavallano: spostamento dell’asse terrestre con la terribile conseguenza dell’invasione da parte degli oceani di tutte le terre emerse, oscuramento del Sole, vecchi e nuovi vulcani in continua attività, attrazione da parte della cometa con  dispersione della Terra  negli oscuri ed infiniti spazi dell’universo, sono solo alcune delle mille possibili e preventivate conseguenze dell’incontro.

Il quadro è terrificante: nessuno è destinato a sopravvivere: la fatidica fine del mondo è vicina.

Un’ondata di panico  di dimensione mondiale si diffonde tra le persone e scene di follia collettiva si ripetono senza sosta.  

Discorsi e atteggiamenti da ultima spiaggia sono all’ordine del giorno.

Moltissimi sono i suicidi di massa (quale mezzo migliore per scampare alla morte?).

Frequenti sono anche le fughe in luoghi ritenuti più sicuri e la costruzione di rifugi di sopravvivenza quali vere a proprie Arche o caverne blindate  piene di provviste alimentari e sufficienti per anni e anni.

Ma ecco la notte temuta.

La mamma accompagna al letto, come ogni sera, la sua creatura. Ma la ninna nanna di questa sera è breve e triste.

Una lacrima riga il suo volto e il bimbo chiede perché. Lei non risponde ed inizia a raccontare una favola del tutto nuova che inizia con “C’era una volta un bimbo…”.

Quando arriva il sonno liberatore la mamma può finalmente abbandonarsi senza finzioni e ritegno alla sua disperazione.

Nessuno dorme. Le strade sono affollatissime, le chiese sono piene di fedeli ed infedeli che pregando chiedono pietà. Altri hanno  gli occhi puntati verso l’alto, travolti dal presagio di morte.

Improvvisamente il cielo diventa luminoso e le stelle scompaiono assieme alla Luna.

Solo la terribile cometa non impallidisce.

 E’ lì, superba ed implacabile, che reca il suo messaggio di morte.

Le quattro e venticinque: il destino si è compie!

La Terra trema, bagliori accecanti si susseguono senza sosta, milioni di meteoriti infuocate si abbattono sul pianeta come fuochi d’artificio di dimensioni catastrofiche.

Tutti sono rassegnati ormai all’inevitabile tragedia finale.

Ma improvvisamente i fuochi cessano ed un filo di speranza si accende nei cuori di tutti.

La cometa  – forse a causa di un errato ma fortunato calcolo dell’ influenza della Luna sull’orbita dell’astro – ha solo sfiorato la terra e si allontana.

Il cielo riassume l’aspetto consueto, la grande paura lascia il posto ad una felicità insperata e incontenibile.

Dopo qualche ora i primi lampi di luce  attestano che il Sole è ancora al suo posto, per la gioia dell’umanità.

La mamma corre a svegliare il suo bimbo per stringerlo al suo cuore  e rivive mille volte  quella dolcissima ed irripetibile emozione che ha provato quando lo ha messo al mondo.

La cometa è ancora là, bella, maestosa, incredibile, in fuga ma non sconfitta, anche se non ha centrato il bersaglio neanche questa volta!

Ma l’incontro  – dopo questo nuovo avvertimento – è solo rimandato: la cometa  tornerà, certo che tornerà!

Prima o poi porterà a termine la  missione che un inventore impossibile, insoddisfatto e pentito le  ha affidato: eliminare dall’universo quel microscopico, presuntuoso ed irriverente pianeta, frutto della sua primordiale inesperienza nel campo della creazione e di un suo attimo di incoscienza e debolezza, che offusca ancora la sua sublime arte creativa, la sua inarrivabile perfezione, la sua potenza infinita.

Vit

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