La canzone francese..

Uscito in doppia lingua per Gremese, nelle librerie italiane e in quelle francesi, Gli anni d’oro della canzone francese 1940-1970 di Giangilberto Monti Vito Vita verrà presentato per la prima volta a Roma martedì 4 aprile alle ore 17:30 presso l’Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi (via Caetani 32, Largo di Torre Argentina). A moderare l’incontro con gli autori, che offriranno anche saggi musicali selezionati dal migliore repertorio francese, sarà il giornalista Luciano Ceri.

Il libro ripercorre il trentennio aureo della canzone francese del Novecento attraverso le carriere dei suoi protagonisti assoluti: Édith Piaf, Johnny Hallyday, Juliette Gréco, Charles Trenet, Serge Gainsbourg, Dalida, Charles Aznavour e molti altri che insieme a loro hanno variamente incarnato il gusto e lo spirito inconfondibili della grande chanson popolare. 

Ognuno di essi è presentato ai lettori in un racconto biografico denso di dettagli e valorizzato da numerose foto: esibizioni, copertine di dischi, immagini promozionali, fugaci scampoli di vita privata. Così, artista dopo artista, queste pagine tracciano l’ampio orizzonte di una musica che per decenni non solo ha sedotto il pubblico francese e quello di tutto il mondo, ma ha ispirato altresì una pletora di autori e cantanti stranieri. Basterebbe citare a questo proposito la canzone Comme d’habitude di Claude François, che con il testo riscritto da Paul Anka sarebbe poi diventata My Way, la celeberrima signature song di Frank Sinatra che quasi tutti in Italia pensano sia la canzone americana del secolo…

In relazione al panorama italiano impossibile non citare il cantautorato di Fabrizio De André e della “scuola genovese”, che molto devono all’estro creativo di Brel e di Brassens. Ma molti altri sono i “debiti” contratti dalla nostra musica verso i cugini d’oltralpe, come documentano le minuziose appendici discografiche riportate nel volume per ciascun artista, con tutte le incisioni realizzate in Italia e/o le reinterpretazioni ad opera di cantanti nostrani.

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