Punture di spillo 260

MELONI “ISOLA” SALVINI E “SI PAPPA” FORZA ITALIA

L’operazione è da manuale e c’è chi giura che, insieme al sottosegretario Alfredo Mantovano, dietro ci sia stata anche la mano di Gianni Letta, ripescato dal Cavaliere per la partita sulle nomine.

 Prima, il ritiro del Governo come parte civile nel Ruby ter di Milano. Ancora qualche giorno e, puntuale,  Giorgia Meloni decide un altro regalo a quel Berlusconi che nei mesi scorsi, alleandosi con Salvini,  aveva mostrato elementi di insofferenza nei confronti del governo di Destra che, pur restando nella maggioranza, lo aveva marginalizzato.  E così a Palazzo Chigi  decidono di ritirarsi anche da un altro dei tanti processi contro Berlusconi: il cosiddetto “Puttanopoli” di Bari, per le escort di Tarantini:

Strada spianata quindi ai giudici per altre due future probabili assoluzioni, destinate  in qualche modo ad alleviare le tensioni giudiziarie dell’anziano leader che, riconoscente, decide di schierare il suo Partitino personale accanto alla Premier e di abbandonare la “combine” con  il segretario della Lega.

Come? Silurando dal mattino alla sera il capo gruppo alla Camera Alessandro Cattaneo e togliendo a Licia Ronzulli l’incarico di coordinatrice della Lombardia.

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Berlusconi spiegherà che la decisione è sua e soltanto sua. Da crederci? Difficile! In realtà, dietro le quinte, hanno lavorato da tempo Gianni Letta, la “fidanzata” Marta Fascina e i figli maggiori Marina e Pier Silvio interessati, anche per le sorti dell’azienda di famiglia, al raggiungimento di un’intesa con la Premier che – con il più meloniano dei meloniani, Antonio Tajani – “ingloba” Forza Italia  e “isola” Matteo Salvini.

PdA

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