IL MEDICO FISCALE

Lei era Letizia.

 Di nome e di fatto.

Sempre allegra e gioviale, trasmetteva la sua natura scherzosa e sorridente a tutti coloro che la circondavano.

 Aveva innumerevoli spasimanti  e aspiranti al suo amore che io guardavo con odio e disprezzo perché non volevo che mettessero le mani sul  mio tesoro.

E a quel tempo ero sicuro che respingeva tutti.

 Ora non più.

Era talmente desiderata che ormai stento a credere che non abbia mai ceduto.

Le nostre frequentazioni erano giornaliere e non perdevamo mai l’ occasione per fare l’amore. In ogni luogo e in ogni tempo.

Una volta approfittammo della scarsa presenza di persone a Villa Celimontana per farlo anche lì. Ero talmente drogato dalla sua femminilità e gioventù prorompente che non riuscivo mai a sentirmi sazio del suo amore.

Soddisfava sempre i miei capricci e mi diceva: “Questo è un capriccio. Ma va bene lo stesso”.

Ma un giorno non venne in ufficio perché stava male. Aveva preso l’influenza, quella di un tempo, tenera e gentile e che non faceva male a nessuno.

Mi comunicò che il suo medico le aveva prescritto sette giorni di riposo a casa, e lei aveva trasmesso il certificato all’ufficio.

Quando seppi dei sette giorni fui preso dal panico. Come farò a stare sette giorni senza la mia droga preferita? La chiamavo al telefono e le dicevo che non potevo resistere e che dovevo vederla ad ogni costo. Mi rispondeva che anche lei moriva dalla voglia di vedermi ma che, purtroppo doveva aspettare in casa i sette giorni perché – a quel tempo – si facevano le visite fiscali e se il medico non la trovava a casa erano guai con l’ufficio.

“Allora vengo io da te al mattino quando sei sola perché so che tua madre sta a Milano e  tuo padre lavora”. “Tutto vero” mi rispose, “ma non ti ho mai detto che mio padre fa il portinaio del mio palazzo per cui dovresti sempre passare da lui prima di salire”. Non era una bella notizia e la prospettiva di non vederla per sette interminabili giorni mi terrorizzava.

Aguzzai l’ingegno e trovai la soluzione.

Il giorno dopo vestito professionalmente con giacca,  cravatta e borsa porta documenti in mano, mi presentai all’indirizzo e dissi al portiere: “Buongiorno, sono il medico fiscale. Debbo visitare la signorina Letizia. A che piano è?”

Mi rispose subito e citofonò alla figlia dicendole di aprire perché saliva il medico.

Quando mi vide mi diede del pazzo scriteriato ma che apprezzava la mia audacia e la mia incoscienza per cui meritavo una bella ricompensa.

E, dopo una visita molto approfondita, me la diede.

Il giorno dopo toccò a me stare sette giorni a letto con l’influenza.

Ma non ho mai capito perché.   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *