UCRAINA: MELONI DEVE SCONFESSARE BERLUSCONI
Basta con la storiella del poliziotto buono e del poliziotto cattivo. Il “gioco” di Giorgia Meloni che finora ha consentito a Salvini e Berlusconi di dire la “qualunque” anche in difformità dalla linea del governo, pur di mantenere unita la coalizione, è oramai scoperto. Gli italiani non sono cretini – almeno quelli che non votano Fratelli d’Italia e sono più del 70 per cento – e debbono sapere dal Presidente del Consiglio in persona come la pensa sull’Ucraina e sul giudizio sprezzante del Cavaliere sul “signor” Zelensky.
Non è sufficiente a dipanare i dubbi, soprattutto dell’Europa, una nota dell’ufficio stampa o la dichiarazione di un Tajani qualsiasi che relega l’incidente (eufemismo) ad affermazioni “meramente personali”.
Belusconi non è un “cazzettino” qualunque. E’ il fondatore e presidente di Forza Italia che si vanta di essere l’elemento di garanzia di questo governo di destra. E ha sostenuto – sempre che sia ancora in condizioni di salute apprezzabili – una tesi gravissima. Ha detto che il conflitto è scoppiato per colpa dell’Ucraina aprendo di fatto una crisi politica e diplomatica con gli alleati e in Europa.
Non è la prima volta che il Cavaliere manifesta il suo pensiero “molto negativo” su Zelensky e sul conflitto con la Russia: Era il 20 maggio scorso durante la convention napoletana di Forza Italia. Concetto ripreso alla vigilia delle elezioni politiche nel Porta a Porta di Bruno Vespa il 22 settembre e ribadito il giorno dopo – prima che scattasse il silenzio elettorale – quando disse che i russi sarebbero dovuti entrare in Ucraina solo una settimana per sostituire il governo di Zelensky con “persone perbene”.
Dopo due giorni l’Italia sarebbe andata a votare e Meloni dovette “abbozzare”. A questo punto, però, la Premier non può far finta di niente ma deve metterci la faccia come ha fatto quando ha escluso le dimissioni di Donzelli e di Delmastro. Lei non è il “poliziotto buono” e Berlusconi e Salvini i “poliziotti cattivi”. Questa sceneggiata ha retto per quattro mesi ma ora deve finire!
A meno che l’esternazione del Cavaliere non sia stata fatta per mero calcolo con il solo scopo di “oscurare” la prevedibile debacle elettorale degli Azzurri nel Lazio e in Lombardia e raccogliere in extremis i voti di quella parte di elettorato stanco della guerra. Ma è difficile a credersi sia per le ripercussioni internazionali sia per i risvolti interni.
Forse, al quinto mese di governo è finita la luna di miele, non con gli elettori ma con gli alleati. Ed allora si preannunciano tempi duri per la ragazzotta della Garbatella.
PdA