CAMPING

Erano i tempi d’oro della costiera romagnola.

Tutti i ragazzi sognavano Rimini, Riccione e località limitrofe perché affascinati dai racconti degli amici che riferivano di avventure boccaccesche con ragazze di tutta Europa che arrivavano in massa sulla costiera per il sole, il mare, i divertimenti ed i veloci e facili incontri.

Per noi ragazzi, abituati alla nota riservatezza delle nostre coetanee imposta dalle loro madri, ci sembrava una manna dal cielo.

Ed era così. Passavamo tutto l’anno scolastico in attesa di queste vacanze.

Qualcuno andava a raccogliere mele in Trentino (sic!) mentre altri preferivano raccogliere  frutta ben più succosa, generosa e prelibata che si trovava in riviera e che aspettava soltanto di essere colta.

Io facevo parte degli altri.

Andammo – io e il mio amico Enrico – e trovammo posto in una tenda per due in un camping che ci era piaciuto parecchio perché si adattava perfettamente alle nostre ridotte finanze.

Potemmo constatare che quello che si diceva della costiera era vero.

Tutte le sere a ballare alla Tana del Lupo, si conosceva una ragazza e si finiva immancabilmente nelle tenebre della spiaggia, complice ed unica testimone delle nostre effusioni.

La sera dopo si tornava allo stesso locale, si agganciava una diversa ragazza per concludere tutto sulla stessa spiaggia.

Era fantastico.

In tutta questa abbondanza di ragazze, capitò che una cameriera del ristorante del camping cominciò a farmi la corte.

Mi portava le pietanze più abbondanti, quando si avvicinava strusciava la sua coscia sulla mia, mi faceva gli occhi dolci, mi chiedeva dove si trovava la mia tenda.

Il mio amico notava tutto questo e mi invitava ad accontentarla

Ma a me non piaceva. Ero ormai abituato a stoffe più pregiate e non mi andava di adattarmi a quelle ordinarie.

“A te piace?” chiesi al mio amico. Rispose di sì. “Allora sai che faccio? La invito nella  nostra tenda per il dopo cena e invece di trovare me troverà te. Tanto nel buio della tenda è assai probabile che non si accorgerà di nulla”. Accettò con entusiasmo.

E così feci. La invitai, rimase molto contenta e mi disse che sarebbe venuta senz’altro.

 Io, come tutte le sere, andai a ballare.

Tornai nel cuore della notte pressato dalla curiosità di sapere dal mio amico come era andata. “Benissimo” mi rispose. “Appena si è sdraiata sulla brandina ha capito subito che non eri tu.  Ha avuto un attimo di perplessità poi ha detto che la madre le ripeteva sempre che di notte tutti i gatti sono bigi. E ha continuato a spogliarsi”.

“Fantastico” pensai. “Doveva essere proprio molto innamorata di me!” Da quel giorno mi fu vietato l’ingresso in tenda prima delle tre, perché i due piccioncini tubavano tutte le sere

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