Punture di spillo 240

COSPITO: UNA DESTRA AL GOVERNO CHE NON SA SCUSARSI

Poco a poco, giorno dopo giorno, vicenda dopo vicenda, il cerchio magico della Premier vanifica nei fatti e con le parole gli sforzi di Giorgia Meloni di apparire rassicurante e quindi dimostrarsi  anche forza di governo. Ed è grave che questa volta il gaffeur di giornata sia stato uno dei suoi più fedeli collaboratori, Giovanni Donzelli, che ha accusato  Alfredo Cospito di essere l’“influencer” della mafia per l’abolizione del 41 bis e il PD di incoraggiarlo.

Semplicistica la tesi del numero due di Fratelli d’Italia: Nello stesso giorno in cui quattro deputati PD hanno incontrato l’anarchico detenuto in regime di 41 bis, questi – secondo alcune intercettazioni – avrebbe affrontato l’argomento, sempre in carcere, con alcuni mafiosi, proprio sull’abolizione di tale misura. Poiché 2 + 2 fa quattro, il rampante collaboratore della Meloni  ha   creato una liaison  fra il Nazareno e la mafia: proprio per l’abolizione del carcere duro. E l’insinuazione si commenta da sola!

Le non conoscenze giuridiche e parlamentari, per chi si è fermato come Donzelli al liceo scientifico, evidentemente lo hanno portato a sostenere una castroneria: Cospito è stato visitato dai quattro parlamentari perché questo è previsto dalla legge e le intercettazioni su Cospito e la mafia riguardano solo il Copasir.

La vicenda comunque non è chiara e cozza con quella trasparenza di cui Giorgia Meloni si riempie la bocca. Ora, per evitare altri guai al povero Coordinatore di Fratelli d’Italia, sospettato di aver divulgato notizie secretate del Copasir di cui è vicepresidente, gli viene in aiuto con …un giorno di ritardo il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, sodale di Partito. Una “copertura” di comodo? Non lo sapremo mai!

Ma la toppa è peggio del buco perché il sottosegretario avrebbe scambiato le istituzioni e la riservatezza, cui sarebbe chiamato un esponente di governo, con le chiacchiere di quattro amici al bar.

Sarebbe stato sufficiente ammettere l’errore e chiedere scusa. E invece niente: Donzelli va avanti come se la ragione stesse dalla sua parte.

Ecco, questo atteggiamento è  la cifra di un’arroganza che per anni la Destra ha dovuto tenere a freno e che ora, forte della vittoria elettorale di settembre, manifesta senza più alcun ritegno.

PdA

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