REDDITO DI CITTADINANZA: UNA BOMBA SOCIALE

Qualche anziano di buona memoria dovrebbe ricordare a Giorgia Meloni, classe 1977, cosa accadde nel 1960 con il governo del democristiano Fernando Tambroni, l’unico sostenuto da una maggioranza di centro-destra con l’appoggio esterno del  Movimento Sociale di Arturo Michelini.

 Fu il primo ed unico Esecutivo di Destra fino all’arrivo, appunto, di Giorgia Meloni. Allora detonatore della rivolta di piazza, nella rossa Genova, fu il sesto congresso del MSI.  Oggi la bolla sociale pronta ad esplodere potrebbe essere il reddito di cittadinanza. Una misura che in questi anni, soprattutto con il caro bollette e in piena inflazione ha aiutato migliaia di famiglie in vera povertà.

Certo, come sempre in Italia, ci sono  i soliti furbetti che ne hanno approfittato. Ma siamo nell’ordine dell’un per cento. Una percentuale che ovviamente andrà corretta ma coloro che ne hanno realmente beneficiato toccano il 99 per cento dei più disastrati.

Purtroppo il Governo, per venire incontro ai Salvini di turno rischia di trovarsi tra i piedi una vera e propria bomba che potrebbe deflagrare con conseguenze disastrose. A Salvini, a Tajani e alla stessa Meloni vorremmo chiedere che cosa farà chi il 1 agosto – ma forse già a luglio – si troverà privato di questo aiuto. Andrà a cercare lavoro proprio nel periodo in cui le fabbriche chiudono per le ferie?

Questo disgraziato, come farà ad arrivare alla fine del mese? Come pagherà l’affitto del piccolo monolocale? Prima di lanciareun segnale di questo il governo avrebbe dovuto mettere a punto una riforma delle politiche attive del lavoro. Lo farà? Luglio è dietro l’angolo e sette mesi, con tutti i problemi che dovrà affrontare, sono davvero pochi.

Meloni ha una maggioranza bulgara e le opposizioni, divise e in lotta tra di loro, di fatto non esistono. Il Governo, se non si fa distrarre, può durare tutta la legislatura. Il presidente del Consiglio ha 45 anni e tra cinque toccherà la soglia dei 50. Buoni per tentare la scalata al Colle: con la sua maggioranza di Destra o, in caso di riforma, eletta direttamente dal popolo anche perché Mattarella sarà praticamente alla fine del suo mandato e la ragazzotta della Garbatella potrebbe inanellare questo nuovo successo: prima donna a Palazzo Chigi e prima donna al Quirinale.

Sicuri che non ci abbia pensato? In questo caso le responsabilità politiche andrebbero equamente divise fra i Cinque Stelle di Giuseppy che ha anteposto interessi di bottega al “bene” del Paese, gli “occhi di tigre” gran brava persona ma non basta e i due Corsari Calenda e Renzi del tutto privi di visione politica.

 Quattro personaggi che è difficile trovare tutti assieme.

PdA

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