MELONI: COME TI…ASFALTO ALLEATI E OPPOSIZIONI

A Natale saranno tre mesi dalle “legnate” elettorali che Giorgia Meloni ha assestato alla Sinistra, ma anche ai suoi alleati, e sembra che non sia accaduto nulla. La Giovanna d’Arco della Garbatella, forte dei numeri che in politica hanno sempre ragione, ha subito fatto capire ad avversari interni – e ce ne sono – ed ai partiti di sinistra, ancora storditi per la sconfitta subita benché annunciata, che il “manovratore” non va disturbato e che, dicono a Roma, “non c’è trippa per gatti”.

Il Governo non si era ancora formato e il primo a farne le spese è stato Silvio Berlusconi con un “uno-due” che Giorgia gli ha assestato portando alla presidenza del Senato, e intestandosene la nomina, quell’Ignazio La Russa che – come ha dimostrato alla Prima della Scala – non sta più nei panni di nostalgico ma anagraficamente mancato balilla.

Una “lezione” che Matteo Salvini, incredibile dictu dalla fisiognomica, ha capito al volo e lo ha portato immediatamente ad allinearsi alle decisioni della giovane pulzella. In tre mesi “l’ex” leader della Lega ha preso, senza darne a vedere, diversi schiaffi ed ha dovuto ingoiare parecchi bocconi amari ma intelligentemente – ed è una scoperta – ha fatto finta di niente e con quel suo bel faccione  ha obbedito come uno scolaretto improvvisamente diventato disciplinato.

Forse ricorda ancora il “tonfo” del Papeete che lo ha fatto precipitare dal 38 per cento dei sondaggi al 9 per cento delle urne e ha mandato per il momento il mojto … in dispensa. “Chi l’avrebbe mai detto che sarei riuscito a fare di nuovo il ministro…” deve aver pensato e, buono buono, si è messo a cuccia magari immaginando una riscossa che pare difficile possa toccargli. I suoi Governatori del Nord e gli avversari interni gli stanno preparando la festa. E’ solo questione di tempo!

Di quello che fu – e non sarà più – Forza Italia affidata al duo Tajani Ronzulli, meglio non parlarne! Con l’8 per cento siamo agli scampoli di stagione e i due gruppi parlamentari sono diventati… riserva di caccia.

E le Opposizioni? Stanno dando il meglio del peggio. Divise sono andate allo scontro elettorale, perdendo malamente, ma divise restano. Il Terzo Polo è quello che prima degli altri ha fiutato che non tira aria di ribaltoni  per cui Calenda e Renzi hanno fatto già indossare alla loro pattuglia di deputati e senatori i giubbetti di salvataggio e con il loro barchino si stanno avvicinando alla ONG governativa in attesa che Giorgia Meloni, alla bisogna,  getti loro una scaletta di corda per farli salire a bordo.

I Cinque Stelle, con la cura di Giuseppe Conte, si stanno rivitalizzando. Non sono certo al 33 per cento del 2018, e non lo saranno più, ma intanto sono diventati, a sinistra, il primo partito superando nei sondaggi anche il PD. Solo che la loro corsa è in solitaria e non si capisce quale sia l’obiettivo se non quello di intestarsi battaglie che un tempo erano il terreno di caccia proprio del Partito Democratico che sta vivendo una stagione politica davvero surreale.

Per restare in atmosfera natalizia, il Nazareno sembra un presepe con i pastori fermi e immobili in attesa di un Evento che è stato loro annunciato ma non sanno ancora quando e come si materializzerà.

E così il “fabbro” Bonaccini continua a battere il ferro in compagnia dei vari Nardella, Guerini, Orfini, mentre la “lavandaia” Elly Schlein, con il pastorello Franceschini  che la osserva. sciacqua i panni alla fontana,

E nel presepe del PD c’è anche una massaia, Paola De Micheli, che sull’aia getta il mangime per le sue gallinelle.

         Ma stanno tutti fermi. Eppure le elezioni ci sono state a settembre, sono passati tre mesi ed altri due ne trascorreranno in attesa di sapere a chi toccherà raccogliere l’eredità di Enrico Letta.

         Nel frattempo si voterà per il Lazio e la Lombardia. Un appuntamento al quale il partito si presenterà senza guida e quindi senza alcuna strategia.

         Cinque mesi buttati mentre la Destra ha cominciato a governare “da Destra” senza compromessi e piantando alcune bandierine identitarie, forte di una logica dei numeri che, come un rullo compressore, continua ad acquisire consensi.

         Ma da questo orecchio il PD, tutto preso dai suoi calcoli interni di posizionamento,  non ci sente.

         A gennaio l’Evento-Natale si sarà consumato e riprenderà in Italia anche il campionato di calcio ma il partito del “fu” Enrico Letta non sarà pronto per riprendere a giocare, limitandosi semplicemente ad allenarsi. C’è da scommettere che quando tutto si sarà sistemato,  Giorgia Meloni si sarà ulteriormente rafforzata con la Lombardia ancora alla Destra e la conquista del  Lazio.

         Currunt mala tempora  per Bonaccini o la Schlein…

PdA

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