ULISSE E IL COVID

La Sfinge si era insediata su un’alta rupe che dominava la strada e di là fermava i passanti, ai quali proponeva questo enigma: “Qual è l’animale che di mattina cammina a quattro zampe, a mezzogiorno con due e alla sera con tre?”. Quelli che non sapevano  risolvere l’enigma venivano divorati dalla Sfinge sanguinaria.

Un giorno, un giovane intraprendente, si trovò a passare di là e risolse il terribile indovinello con grande facilità: “L’animale è l’uomo che da bambino procede con quattro zampe, da adulto cammina sulle due gambe; da vecchio usa un bastone come sostegno”. La Sfinge, furiosa per la sconfitta, si suicidò buttandosi giù dalla rupe. 

Sulla spiaggia dell’Ulisse , in un pomeriggio ventoso di novembre, guardando affatturato le sue onde, dal profondo del letargo, quasi dal sonno, un pensiero solitario emerse e conquistò il ragazzo: l’Amicizia. 

Scoprì che  l’amicizia non era una conoscenza fatta di sabbia che alla prima mareggiata l’avrebbe vista scomparire. Scoprì che spesso le persone gridano, quando sono adirate, solamente perché i loro cuori si allontanano molto, dovendo coprire quella distanza, in qualche modo, prima di potersi ascoltare di nuovo.

Scoprì che l’importante era  misurarsi con le parole, altrimenti sarebbe arrivato un giorno in cui la distanza fra i loro cuori sarebbe stata tale da non farli incontrare mai più.

“Parce que c’était lui, parce que c’était moi” (È stata colpa sua, è stata colpa mia). Queste poche parole di Montaigne risuonarono come un’ode all’Amicizia .

Scoprì che, a volte, si coltivano rapporti talmente esigenti da mettere in pericolo la propria autonomia e la libertà. Invece di nobilitare e confortare, questa amicizia diventa all’improvviso una vera e propria minaccia. Mentre:

L’amicizia è una virtù o s’accompagna alla virtù; inoltre essa è cosa necessarissima per la vita. Infatti nessuno sceglierebbe di vivere senza amici, anche se avesse tutti gli altri beni…… L’amicizia perfetta è quella dei buoni e dei simili nella virtù. Costoro infatti si vogliono bene reciprocamente in quanto sono buoni, e sono buoni di per sé; e coloro che vogliono bene agli amici proprio per gli amici stessi sono gli autentici amici (infatti essi sono tali di per se stessi e non accidentalmente); quindi la loro amicizia dura finché essi sono buoni, e la virtù è qualcosa di stabile; e ciascuno è buono sia in senso assoluto sia per l’amico.” Aristotele.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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