LA RUSSA GETTA LA MASCHERA: NIENTE 25 APRILE

          Ha lasciato passare in silenzio il centenario della Marcia su Roma – che peraltro come “marcia” non c’è mai stata e che il regime festeggiò solo nel 1923 – e appena due giorni dopo Ignazio Benito La Russa ha esternato il suo pensiero sul 25 aprile, che solo chi nasconde la testa sotto  la sabbia non conosce. Legittimo se fosse un semplice cittadino, molto meno se si ricopre la seconda carica dello Stato.

          Sarebbe stato più corretto se Ignazio Benito, figlio di Nino e fratello  di Romano, lo avesse fatto prima della sua elezione alla presidenza del Senato. Forse Matteo Renzi e i suoi “quattro gatti”, vigliaccamente coperti dal segreto dell’urna, non lo avrebbero votato.

          E c’è da chiedersi se anche il “signor” Presidente del Consiglio condivida l’idea del cofondatore di Fratelli d’Italia di “sorvolare” sul 25 aprile che ricorda la liberazione dell’Italia dal nazifascismo e che è il fondamento della nostra Repubblica e di quella Costituzione sulla quale sia lei che la Russa hanno giurato.

          Non sono passati molti giorni e la Destra manda in scena il canovaccio che ci accompagnerà per tutta la legislatura, con Salvini e Berlusconi impegnati  a non perdere altri consensi a favore del  partito di Giorgia Meloni, anche perché già in primavera ci sarà un turno di regionali e nel 2024 le elezioni europee.

Il segretario della Lega, di nuovo vice premier  e, per interposta persona, ancora ministro dell’Interno, si comporta come se questi ultimi quattro anni non fossero mai esistiti.

 Meloni non si era ancora presentata in Parlamento e lui ha riunito una sorta di gabinetto di governo “abusivo” convocando il comandante generale della Guardia Costiera  e anticipando  proposte al grido “è scritto nel programma comune”: dai porti chiusi  all’innalzamento del tetto sul contante, ai condoni, alla sicurezza, solo  per restare ad alcune delle tante richieste leghiste per tornare al centro della scena. Un po’ come avvenne all’inizio dell’anno quando si agitava scompostamente per trovare un sostituto di Mattarella alla Presidenza della Repubblica.

Solo che questa volta, contrariamente al 2018, partner di governo non è Giggino Di Maio ma una schiacciasassi come Giorgia Meloni.

Ebbene, riuscirà il Presidente del Consiglio ad arginare il frenetico attivismo del Capitano o assisteremo ad un nuovo Papeete? E la mente corre al divertente film di Ettore Scola con Alberto Sordi e Nino Manfredi “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico ….?”.

PdA

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