Il diario di Pietruzzo 38

GIUDICI SOTTO SCORTA: PRIMA PER I TERRORISTI ORA PER I POLITICI

Davvero singolare il destino dei magistrati finiti sotto scorta negli anni 70 e 80 perché nell’occhio del terrorismo ed alcuni ora di nuovo sotto scorta per un clima di odio scatenato da quel mondo politico che il terrorismo, ieri, diceva di combattere.
Perché? E’ avvenuto – almeno in Italia ma non solo – che Montesquieu non è più di casa e che – come sostiene la seconda carica dello Stato, un certo Ignazio Benito La Russa, con un nome di battesimo che la dice lunga – si può anche cambiare quella parte della Costituzione che sancisce la divisione del potere legislativo da quello giudiziario.
Ed un “coretto” di giornalisti “di parte” – come i frequentatori di curve da stadio – suggerisce che una modifica la prevede la stessa Costituzione, fingendo di ignorare che la divisione dei poteri è alla base di un ordinamento democratico. E La Russa si chiede “perché no?”, dimenticando che lui ne è uno dei custodi avendo giurato sul “sacro” testo.
Ecco perché proprio il Presidente del Senato, assieme alla Premier e ad alcuni ministri, è il responsabile del linguaggio di odio e di questa campagna denigratoria che sta investendo quei magistrati che non “aiutano” il Governo.
L’elemento scatenante è stato il “resort” albanese per la deportazione di una parte degli immigrati, progettato dalla Meloni fin dal 2023 nel tentativo di trovare una soluzione al problema migratorio, e che i giudici hanno stoppato perché non “in linea” con la legislazione europea premiante su quella nazionale.

Ma la “ragazzotta” della Garbatella dovrebbe aver appreso, anche dalla giovanile frequentazione di Colle Oppio, che le parole sono pietre e non vanno pronunciate con superficialità fingendo di non sapere quali potrebbero essere le ricadute.
Definire “pregiudiziale” o “irragionevole” la decisione dei giudici non può che scatenare una catena di odio contro i giudici che ora il Viminale ha dovuto mettere sotto scorta. Ed è ancora più grave quando è lo stesso ministro della Giustizia a farle da eco parlando di “sentenza abnorme”.
Ma vogliamo sottacere che pochi giorni prima Matteo Salvini, sotto processo per la vicenda “Open Arms”, ha radunato a Palermo, davanti al Palazzo di Giustizia, ministri e parlamentari mentre l’avvocato Buongiorno pronunciava l’arringa difensiva? Un atto intimidatorio, più grave della “adunata” di Berlusconi nel 2013 contro i giudici di Milano, e che i palermitani hanno ben compreso disertando in massa l’appuntamento.
Il problema è che questo Governo confonde, credo volutamente, il voto popolare con lo stato di diritto ritenendo che il voto degli italiani lo metta al di sopra di tutto e di tutti.
Non è così! Premier e parlamentari non sono “legibus soluti”. Hanno fatto studi che gli permettano di capirlo? Sembra di no!

PdA

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