SUSSISTERE

Calgary

Alla fine degli anni sessanta mi ero trasferito a vivere dall’altra parte dell’oceano Atlantico, e annotavo su un quaderno: ” Se l’intelligenza realizzatrice è un fenomeno unico, lo è altrettanto l’ amore per la politica”. Chissà cosa volevo comunicare a me stesso. Ogni tanto riaffiorava nella mente una ragazza, figlia di un impiegato di concetto che abitava in una nuova zona della città di Roma. Frequentava un piccolo teatro di periferia non lontano dalla sua nuova casa.
Sradicando questi valori etichettati come “piccoli borghesi” – quando in realtà, nella periferia , erano condivisi da tutti. – il legame sociale era scomparso. Più nessun “codice”, dunque più nessuna convenzione – perché ritenuti ipocriti. Le sue origini le creavano una certa forma di orticaria e questo la portava a calpestarli perché era il primo radicamento, era il primo stampo della propria vita che segna tutti. “Non a mio padre io penso ora piangendo, se pur queste mie lacrime lo onorino più di quelle versate allor per lui… Com’era?… Non me lo ricordo più”. W. Shakespeare.
Nel Cinquecento bisognava essere aristocratici colti e mecenati delle arti, o spregiudicati condottieri di ventura. Oggi basta essere un ciarlatano prepotente, ricattatore e mariuolo come era il nano di Arcore . Lontano mille miglia da concetti profondi come ciò che scriveva David Grossman: ” Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui scavo dentro me stesso”.
L’amore è un atto di profonda sovversione psicologica, anni di sedute psicoanalitiche non possono competere con lo scuotimento interiore e la potenza evolutiva che ha questo sentimento per la psiche. Questo sentimento costringe l’uomo al capovolgimento di schemi precostituiti e fallibili, quindi è anche un atto politico.
Al bando il narcisismo che tristemente spiega le umane scelte relazionali e sociali : l’amore vero è farsi sorprendere dalla potenza del contatto con l’altro, è continuo stupore e cambiamento di vecchi schemi. Allora, oggi che tutto crolla, è emozionante leggere quel che Marcel Duchamp disse di Breton: “Amava come un cuore batte. Era l’amante dell’amore in un mondo che crede alla prostituzione”.
In questi giorni, allo squallore appesantito da strane figure , per non arrendermi alla melanconia meridionale, preferisco leggere una storia bellissima tratta dalle “Metamorfosi” di Ovidio. Spesso i rimedi che ascriviamo al cielo stanno in noi stessi. Il profetico Cielo, bontà sua, ci lascia piena °libertà° di agire, e sol fa pigre le nostre intenzioni se pigri siamo noi ad eseguirle.
“Che potenza è mai questa che attrae l’amore a tanta altezza da far ch’io veda cosa di cui il mio occhio mai può dirsi sazio? La natura fa unire e combaciare da pari a pari come nate insieme sostanze fra le quali la fortuna ha aperto spazi immensi. Le grandi imprese son solo impossibili a chi misura fatica ed impegno che sono necessari a realizzarle col metro del raziocinio comune, e ritiene che ciò ch’è già successo non possa più ripetersi nel tempo. Ci fu mai donna innamorata al mondo che, avendo fatto tutto il suo possibile per mostrar quanto vale, non si sia poi conquistato l’amore?… La malattia del re… Forse l’impresa mia potrà fallire, ma le mie intenzioni sono ferme, né mi verranno meno a porla in atto …’’ W. Shakespeare
Elena in “Tutto è bene…”: Che gli augùri non abbiano in sé stessi corporea consistenza, sì che a noi, che siamo di più umili natali, da meno nobili stelle protetti, sia concesso di offrire ai nostri amici anche gli effetti di quei nostri auguri, e di mostrare loro tutto ciò che, rimanendo chiuso nel pensiero, mai ci procurerà ringraziamenti” W. Shakespeare.
Alla fine sembra non esserci nulla di nuovo sotto il sole di questa ottobrata Canadese. La situazione di oggi non è la stessa di vent’anni fa, oserei dire peggio. Certo, la figura della generazione yuppie è scemata.
Adesso il mondo intero è nelle mani di pochi e mediocri individui che non avendo gli strumenti appropriati, trovano, disgraziatamente, la guerra come la unica soluzione. Fra questi ci sono quelli che, per avere un posto in prima fila o per qualche conoscenza in più sono capaci di rivendicare una paternità differente della propria. Questo l’aveva capito anche una donna venuta dal nulla: Marilyn Monroe: “Wanting to be someone else is a waste of the person you are”
Gigino A Pellegrini

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