RITORNO AL DOMANI

Calgary

Qualche anno fa al mio carissimo amico Lino, non piu fra noi, parlavo della paura, che, come aveva già avvertito Camus all’indomani del secondo dopoguerra, era ormai diventata una scienza, o quantomeno una tecnica che impedisce ogni forma di riflessione – meno che mai di riflessione collettiva – non fa altro che distogliere e nascondere – senza neppure lasciare individuare la fonte dalla quale essa sorge (e pertanto ingenerando angoscia) – di fatto bloccando ogni anelito di rivolta e così sospendendo il futuro.
In contrasto con le visioni del mondo di una maggioranza di culture mondiali (in particolare quelle delle popolazioni indigene), l’idea che sta alla base della moderna società tecnologica incoraggia un approccio meccanicistico verso la vita: al pensiero razionale, efficienza, utilitarismo, distacco scientifico, e la convinzione che l’umano posto in natura sia di supremazia e di possesso.
I tipi di tecnologie includono centrali nucleari, raggi laser, e satelliti. Questa visione del mondo ha ideato e promosso il complesso militare-industriale-scientifico-massmediatico, corporazioni multinazionali, ed espansione urbana. In un imminente futuro, bloccare la distruzione derivata da tali tecnologie richiede non solo la regolazione o l’eliminazione dei singoli elementi, come pesticidi o armi nucleari.
Sarà necessario un nuovo modo di concepire l’umanità e nuovi modi di relazionarsi all’esistenza. Necessita la creazione di una nuova visione del mondo. Si potrebbe essere d’accordo nella creazione di tecnologie comprensibili agli esseri umani che le userebbero e ne fossero influenzati.
Come qualche filosofo contemporaneo ha già accennato, la nuova tecnologia è composta da qualcosa di più che da semplici macchine. Comprende le tecniche di funzionamento e le organizzazioni sociali che rendono una macchina particolarmente funzionale. In parole povere, una tecnologia riflette una visione del mondo. Quali particolari forme di tecnologia – macchine, tecniche e organizzazioni sociali – sono generati da una particolare visione del mondo, e dipendono dalla percezione della vita, della morte, potenziale umano, e il rapporto degli esseri umani tra di loro e con la natura.
Una nuova tecnologia in un mondo come quello di oggi non può che favorire alcuni gruppi di persone danneggiandone la maggior parte. Il cambiamento tecnologico, in altre parole, produce sempre vincitori e perdenti. Finora è discutibile se tutte le invenzioni meccaniche compiute sino ad oggi abbiano alleggerito la fatica quotidiana dell’uomo costretto a lavorare per sopravvivere. Le innovazioni hanno, indubbiamente accresciuto gli agi dei potenti, e non potrebbero mai cominciare a operare quei grandi mutamenti del destino che per loro natura dovrebbero essere destinate a compiere. Si è generata una civiltà i cui elementi vitali dipendono profondamente dalla nuova tecnologia, ma si è anche fatto in modo che le masse non capissero completamente qualcosa di scienza e di tecnologia. Prima o poi questo cocktail esplosivo di ignoranza e potere esploderà.
Gigino Adriano Pellegrini

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