Il diario di Pietruzzo 2

LA “MUSATA” DI MELONI IN EUROPA

Ci sarà chi dirà che ha fatto bene e chi la criticherà ma è un fatto che in Europa Giorgia Meloni ha preso una “musata”.
La Premier, fino all’ultimo, ha cercato di “barcamenarsi” per le tre nomine ai vertici Il diario di Pietruzzo 2europei evitando di chiarire il suo ruolo al tavolo delle trattive: come Presidente del Consiglio italiano o come leader dei conservatori dell’Ecr. Ed è stata fatta fuori perché, con la Destra, la maggioranza che ha vinto le elezioni non vuole discutere.
Messa all’angolo, la Ducetta si è astenuta sul secondo mandato per Ursula von der Leyen ed ha votato contro le altre due scelte. E c’è chi parla di una “furbata” per trattare il ruolo dell’Italia in Europa. Della serie: mi si nota di più – ed ottengo – se voto o non voto?
La verità è che Mussolina ha vinto le elezioni in Italia ma le ha perse a Bruxelles dove i partner interloquiscono con lei solo come Premier dell’Italia, uno dei Paesi fondatori. E quindi non l’è riuscito l’escamotage, attraverso il suo ruolo italiano, di “tirare dentro” anche i conservatori dell’Ecr di cui è leader.
Il “peccato” di Meloni è di aver anteposto i suoi interessi di bottega a quelli del Paese. Un po’ quello che avviene quando entra a Palazzo Chigi o interviene in Parlamento continuando a “sentirsi” segretaria di Fratelli d’Italia.
Ma l’Europa è l’Europa e la “ragazzotta” della Garbatella assomiglia molto a quelle coetanee che, entrate per la prima volta in un centro sportivo, vogliono provare l’ebrezza di pattinare sul ghiaccio. Solo che, non avendolo mai fatto, faticano a tenersi in equilibrio.
Fuori di metafora la Ducetta, sopravvalutata in Patria, ha difficoltà a muoversi in un ambiente, l’Europa, che le sta prendendo le misure.
Vero è che Giorgia per sua fortuna è una taglia… forte ma i sarti, nel prenderle le misure, l’hanno messa a nudo e a Bruxelles la “sua” narrazione non trova ascolto. Il vittimismo e il broncio non pagano, peggio le prove muscolari.
Quando nell’ottobre del 2022 è entrata a Palazzo Chigi un uomo preparato e navigato come Mario Draghi le consigliò di… volare basso, di accostarsi alle istituzioni europee con prudenza e umiltà.
E’ andata bene per sei mesi ma poi la piccola “fiammiferaia”, per dirla con Renzi, si è montata la testa e si sta dimostrando, secondo il copyright berlusconiano, “arrogante e ridicola”.
E pure in Italia il vento potrebbe cambiare. I referendum sono alle porte e la crisi ha preso a “mordere” buona parte dei ceti medi. La gente è stanca di vuote promesse e continuare a cullarsi sulla blindatura dei voti parlamentari può essere pericoloso, anche perché un certo Salvini…

PdA

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