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EUROPEE: DOPPIO “IMBROGLIO” ELETTORALE DI MELONI E SCHLEIN

Entrambe donne, l’una all’opposto dell’altra, una a destra e l’altra a sinistra, Meloni segretaria del maggiore partito di maggioranza e Premier, e Schlein da poco più di un anno alla guida del PD. Eppure  alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno saranno “accomunate” da un doppio “imbroglio”. 
Entrambe hanno annunciato che si candideranno per un seggio a Bruxelles ma hanno già fatto sapere che  vi rinunceranno tornando - per dirla con Leopardi - al vecchio “lavoro usato”: Meloni a Palazzo Chigi, Schlein al Nazareno.
Una mancanza di rispetto per il Parlamento Europeo, utilizzato esclusivamente per raccattare voti, ma soprattutto per gli elettori che vengono presi in giro tanto che Romano Prodi non ha esitato a parlare di “una ferita alla democrazia”. 
Qual è il contributo di queste signore all’Europa e alla sua crescita se già dicono che, una volta elette, se ne torneranno a casa? Praticamente, di questo voto, non gliene importa niente se non per rafforzare le rispettive leadership.

Ma la Meloni, oggi, non ha assolutamente la necessità di “drogare” le proprie liste e la segretaria del PD avrebbe fatto meglio a non imitarla e, come ha detto Massimo Cacciari, a non “sdraiarsi” ancora una volta sulla Premier.
Non avremo la prova contraria ma forse gli assenteisti della Sinistra avrebbero potuto forse apprezzare e premiare la scelta di “distinguersi” dall’avversaria. Ma così non sarà!
E veniamo al secondo “imbroglio”. Giorgia Meloni ed Elly Schlein, ponendosi come uniche antagoniste dei due schieramenti, di fatto “violentano” nell’immaginario un sistema elettorale che invece, per l’Europa, resta proporzionale con la conseguenza di danneggiare tutti gli altri partiti dell’una e dell’altra parte, riducendoli al ruolo di comparse.
Se le due signore – evitando di candidarsi – avessero preferito occuparsi invece dei rispettivi partiti, e la Meloni anche del Governo, avremmo potuto assistere ad un voto più aderente alle problematiche dell’Europa e non imbastardito da candidature “civetta”.

PdA

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