Punture di spillo 254

CUTRO: TARDIVA E UN FLOP LA VISITA DI MELONI. DI CHI LA COLPA?

          Neppure la nomina di Mario Sechi a suo comunicatore salva Giorgia Meloni dalle critiche per una tardiva presenza del Governo a Cutro: ai parenti dei naufraghi, agli abitanti calabresi, al Sindaco.

Ed è sperabile che il neo capo ufficio stampa l’avesse avvertita dei rischi di un flop. Come in effetti è stato. Altrimenti… sono dolori.

       D’altronde, non sempre un buon  giornalista è anche un buon direttore o viceversa, e non è detto che un giornalista-direttore interpreti bene il ruolo di Addetto del Premier nei rapporti con la stampa.

 E bisogna ammettere che la “trasferta” del governo in Calabria non è andata bene né al Presidente del Consiglio, né a Sechi che ha esordito nell’incarico con un mezzo disastro comunicativo gestendo con difficoltà la conferenza stampa con i cronisti.

          Ma è ancora più grave che nessuno (Sechi?) abbia suggerito a Giorgia Meloni di far precedere la riunione di governo da due momenti di “attenzione” verso le vittime del naufragio: una breve visita sulla spiaggia dove il mare restituisce ancora i corpi degli immigrati e, per un doveroso omaggio, un breve “passaggio” al Palasport dove sono allineate, una accanto all’altra, le bare dei naufraghi recuperati, fra cui quelle bianche di molti bambini.

          Troppo tardivo, e di maniera, il freddo e burocratico  comunicato stampa diffuso in serata, a visita ultimata e con la contestazione montante, di un prossimo invito a Palazzo Chigi dei familiari delle vittime.

          La verità è che su questa ennesima tragedia del mare si sono sommati una serie di errori dovuti in gran parte – bisogna dirlo – alle due diverse anime della coalizione sul problema dell’immigrazione: il partito del Presidente del Consiglio da una parte e la Lega dall’altro guidata da un Matteo Salvini che, in competizione proprio con la Meloni, sta facendo di tutto per riprendersi la bandiera della linea dura che il Presidente del Consiglio tenta di sfilargli.

          Il fallimento della missione in Calabria sta soprattutto nella mancanza di risposte credibili a due semplici domande: Di chi la colpa dei ritardi nei soccorsi che hanno provocato per ora la  morte di 72 migranti e perché, quando le motovedette della Guardia di Finanza sono state costrette a rientrare per il peggioramento del mare, la Guardia Costiera non è subito partita per i salvataggi? Quale intoppo burocratico, se c’è stato, l’ha bloccata?

          Domande alle quali Giorgia Meloni, Piantedosi e Salvini – divisi ma apparentemente uniti – continuano a non rispondere buttando la palla in tribuna con il segretario della Lega che parla d’altro rivendicando i risultati di quando era con Piantedosi all’Interno, e con la Premier che respinge il sospetto  che il suo governo si sia “voltato dall’altra parte” ripetendo come un mantra che, grazie alle nuove misure, cercherà gli scafisti “in tutto il globo terracqueo”.

          Una gara con il segretario della Lega fra chi porta più in alto l’asticella della fermezza. Già, ma… a parole. E intanto, per ora, ancora 72 morti con Chi li ha causati che si nasconde!

PdA

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