DAL WEST CON AMORE

Calgary

“Mi hanno dato del folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell’intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell’intelletto in generale.” Edgar Allan Poe
Son sicuro che è la pompa adrenalinica che ci sveglia nel cuore della notte con una grande idea – quella che sarà la prossima. Ma qui sta il trucco: La Passione provoca anche l’insonnia. Essa sovrascrive l’istinto più sano. È completamente impregnabile. La passione è la torta di cioccolato: non è possibile sopravvivere solo con essa. Bisogna sempre sapere quando dare alla passione una pausa. Come pure bisogna sapere quando arriva il momento per l’entrata in scena della ragione.
Io non sono molto bravo a barcamenarmi tra le due situazioni. Sono per lo più bloccato con la passione. Accelerare la mia motoretta lungo una strada tortuosa, girovagando senza una vera meta. Sono certo che anche gli altri, come me, hanno difficoltà a bilanciare la passione con la ragione. Dopo tutto, la passione è ciò che ci ha permesso di arrivare fin qui. Forse.
Dopo l’istante magico, in quel lontano 28 agosto, in cui i miei occhi si sono aperti sul mare di Ulisse, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come in quello spazio ristretto del ventre di mia madre. Tu, mare di Ulisse sei diventato la mia musica e contieni e susciti tutti i sogni della mia anima. Questo mio cuore ha alcuni tuoi componenti. Ha le tue tempeste, le Tue maree, ma nella sua profondità ha anche qualche piccola perla.
In virtù del modo di dire “beata ignoranza”, suppongo che la curiosità faccia parte di molti di noi ma spesso viene associata ad un piccolo o grande sacrificio, cioè l’azione necessaria a togliersi quel dubbio. È molto più facile e meno stressante essere ignoranti in determinati contesti, poi dobbiamo anche considerare il contesto familiare e sociale in cui una persona cresce, se l’ambiente che ti circonda non ti da i giusti stimoli non ti viene proprio da approfondire alcun argomento, stai bene come stai, da lì “beata ignoranza”
Etimologicamente proviene dal latino “cura”, e già questo è molto indicativo: significa la partecipazione, l’attenzione, l’interessamento, la sollecitudine, riconducibile nel senso più ampio al coltivare la vita e all’amore.
“Non essere troppo curioso!“ , mia madre di solito mi diceva, o “La curiosità uccide il gatto” sono frasi molto usate nel Meridione, come una specie di ammonimento, un “consiglio d’amico” o addirittura una regola educativa, che presumono una sorta di pericolo nella curiosità.
Fin da ragazzino ho sempre voluto sapere tutto rispetto al nulla. Niente compromessi. A questa mia rigida posizione passionale, la ragione è sempre stata impotente nel cercare di rispondere. Questa mia richiesta è forse all’origine della mia meridionale “malinconia”, che cerca e non trova.
La mia, di curiosità, è sempre un desiderio urgente che sento di volerne sapere di più su qualcosa. Se trovo un diario in un bar, la curiosità mi fa venir voglia di guardarci dentro, sebbene il rispetto della privacy mi spinga a non farlo.
La curiosità è lo stato dell’essere curioso: in cerca di informazioni, interessato, pronto a tutto pur di capire e conoscere qualcosa. L’etimologia della parola ha a che fare con la parola latina “cura”, sollecitudine, ad indicare proprio la voglia e l’urgenza di sapere qualcosa. Se anche tu sei un essere curioso, ti invito a metterti alla prova.
“Se qualcuno può dimostrare che ho torto e mostrarmi il mio errore in qualsiasi pensiero o azione, cambierò volentieri il mio punto di vista. Cerco la verità, che non ha mai fatto male a nessuno: L’errore è persistere nel proprio autoinganno e nella propria ignoranza” — Marco Aurelio
Una delle domande che ci facciamo quotidianamente è: scelgo di cercare attivamente la verità o restarmene nella mia beata ignoranza? La beata ignoranza è certamente molto più sicura e meno impegnativa, almeno nel breve termine. Non so se sono più o meno felice perché coltivo la mia curiosità nel cercare di ridurre la mia ignoranza.
.Ci sono certamente delle sfide quotidiane nell’impegnarsi in un simile processo, ma regolarmente esperimento questi momenti di “risveglio” che forniscono immensa soddisfazione e rassicurazione. Li trovo momenti di estasi cognitiva. Il rilascio di sostanze neurochimiche quando si capisce qualcosa o si apprende qualcosa di nuovo.

Gigino Adriano Pellegrini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *