Il diario di Pietruzzo 34

SULL’HOTSPOT IN ALBANIA MELONI HA FORZATO LA MANO

“La decisione dei giudici è pregiudiziale”. Sic il Presidente del Consiglio sui magistrati che hanno bocciato la soluzione albanese per gli immigrati irregolari.
Delle due l’una: o la Premier non conosce la legge o alcuni dei suoi collaboratori più fidati non hanno alcuna preparazione giuridica. E questo accade quando si arriva a Palazzo Chigi dalla Garbatella passando per Colle Oppio e senza studi appropriati.
Ma, invece di intrallazzare per mandare il prof. Francesco Saverio Marini alla Corte Costituzionale, Giorgia avrebbe fatto meglio a farsi dare da un giurista del suo calibro qualche rudimentale insegnamento di diritto.
E così avrebbe appreso, la ragazzotta della Garbatella, che in Europa le leggi italiane sottostanno alla legislazione europea e che questa, al contrario dell’Italia, non considera “paesi sicuri” il Bangladesh e l’Egitto (da cui provengono i 16 immigrati deportati in Albania). Proprio l’Egitto distintosi per Giulio Regeni, torturato e assassinato dai servizi segreti che il Cairo continua a “coprire, e la lunga detenzione di Patrick Zaki.
Tutto vero, ma anche tutto pretestuoso e ipocrita perché Giorgia Meloni, che si era già preparata una “via di fuga”, sapeva certamente che i giudici italiani non avrebbero potuto che conformarsi alle direttive della Corte europea di giustizia e stabilire l’immediato ritorno in Italia degli immigrati “precipitosamente” deportati.
Così come sarà una presa in giro – ecco la “via di fuga” – il tentativo della Premier di aggirare l’ostacolo con un Consiglio dei Ministri per trovare una soluzione che le consenta di non perdere la faccia.
A meno che non decida – ma è praticamente impossibile – fottersene e avviare una nostra “uscita” dall’Europa.
Una cosa è certa. La Premier farà di tutto per non darsi per vinta considerando l’investimento d’immagine e di risorse dedicato all’operazione.
La verità, però, è che anche in questa vicenda Giorgia ha reagito “di pancia” conoscendo invece le regole e provando a forzare la mano. Come di recente è anche avvenuto per il tentativo di mandare Marini alla Consulta con i soli voti della sua maggioranza, su questa vicenda peraltro affatto compatta.
Altro che prendersela con chi ha fatto uscire la nota interna per le votazioni del giorno dopo, allertando di fatto le Opposizioni! Ha giocato di sorpresa e l’è andata male.
In un Paese di democrazia liberale come l’Italia il decisionismo non si addice a chi ha il compito di guidare il Governo. Sono passati due anni ma sembra che Giorgia non l’abbia ancora capito.

PdA

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