VOLER ESSERCI SENZA ESSERCI

Torni da galassie lontane e tutto quello che qualcuno riesce a dirmi sono i pensieri che vengono nel guardare delle strane e invertebrate creature che spalmate sul pavimento osservano la vita passar loro accanto. Cosa racconteranno a quest’uomo che, dopo aver viaggiato a lungo per terre selvagge viene il desiderio di rivedere il luogo dove tutto ebbe inizio?
Un luogo in cui è stato adottato un assurdo e repellente sistema di convivenza… dove chi lavora non conta nulla e i padroni possono fare quello che vogliono… uno strano paese che si chiama Terra dove tutto è flesso al triste e al peggio.
“Terra, dammi qualche radice.
E se qualcuno cerca cose migliori in te,
stuzzicagli il palato
coi tuoi veleni più potenti!
Che c’è qui? Oro?
Giallo, luccicante, prezioso oro?
No, dèi, non faccio voti insinceri:
voglio radici, o puri Dei!
Basterà un po’ di questo
per rendere nero il bianco, bello il brutto,
diritto il torto, nobile il basso,
giovane il vecchio, valoroso il codardo ” – W. Shakespeare
Ai gestori del mondo così ben serviti dalle loro potenti tecnologie non deve essere consentito di gestire questo loro potere indiscriminatamente. Queste previsioni includono i cambiamenti in atto della umanità nel futuro, a causa della sostituzione degli esseri umani dai computer, decadimento genetico degli esseri umani a causa della mancanza di selezione naturale, ingegneria biologica degli esseri umani, l’abuso di potere tecnologico tra cui le catastrofi causate da organismi geneticamente modificati, guerra nucleare, e armi biologiche.
Il controllo dell’umanità con la sorveglianza, la propaganda, il controllo farmacologico e controllo psicologico con una umanità, non in grado di adattarsi al futuro. possibile o addirittura probabile.
Un disagio che si manifesterà probabilmente con un aumento di disturbi psicologici; ampliamento di una economia e politica disuguagliante, alienazione sociale; una perdita del senso della comunità e una disoccupazione di massa.
La curiosità mi porta a chiedere dove si troveranno gli occhi di Papu quando i miei si chiuderanno? Ci si rifà a citazioni di libri per costruire una situazione perfettamente blindata, per il gusto di mandarla all’aria con qualche evento o arrivo inatteso.
Da una parte la spinta, la voglia d’essere altro. Una passione, questa, non ben radicata in un luogo così aberrante che neanche Dante avrebbe osato immaginare. Dall’altra la pesante tara di ciò che si è e l’humus culturale di cui si è l’espressione; cioè la Terra del cattivo passato che torna e opprime col suo rigurgito, è l’Italia meridionale, una terra quasi fuori dal mondo.
Una terra che si ripropone di continuo, costituita da ragnatele molto spesse, da scarafaggi e di rapporti intricati che cercano una propria e dignitosa forma. In quel preciso momento la melanconia ha il sopravvento e la triste figura del vecchio viaggiatore smarrito riappare, alla pari dello stesso narratore.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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