Il diario di Pietruzzo 15

MARTINAZZOLI: BERLUSCONI IN POLITICA L’HO SULLA COSCIENZA IO

“L’Italia è il paese che amo. Ho scelto di scendere in campo perché non voglio vivere in un Pese illiberale”. Era il 26 gennaio 1994 quando Silvio Berlusconi annunciò la decisione di entrare il politica con Forza Italia in un video messaggio autoprodotto di nove minuti nella dependance della villa di Macherio.
Nei giorni scorsi “La Repubblica” ci dice che in realtà quella decisione fu presa “perché spinto dai debiti” e ricorda un editoriale del 18 luglio 93 di Eugenio Scalfari, che si basava su proprie fonti, sull’indebitamento della Fininvest con le banche, indicandolo in quattromila miliardi di lire.
Ora, ancora a Repubblica, Marina Berlusconi spiega in una lettera che “tutti i debiti Fininvest sono stati ripagati. E non c’entrano nulla con l’ingresso in politica di mio padre”.
Nessuna intenzione di entrare in una situazione talmente ingarbugliata ma solo – ad adiuvandum scimmiottando gli eruditi – un ricordo personale. Ero in auto con Mino Martinazzoli – non più segretario della DC ma presidente, come lo fu Cossiga, dell’Udeur – quando si lasciò scappare: “Berlusconi in politica ce l’ho sulla coscienza io”.
E spiegò: “Mi venne a trovare a piazza del Gesù e si disse disponibile a finanziare per la DC tutta la campagna per le elezioni politiche del 27 e 28 marzo. E mi chiese in cambio un collegio sicuro”.
Era il periodo di tangentopoli ed il Cavaliere evidentemente già pensava a cautelarsi con l’immunità parlamentare.
“Gli dissi – proseguì Martinazzoli – che la politica era ancora una cosa seria e che non era morale indirizzarla su interessi personali, aggiungendo che un partito non lo si costruisce in pochi mesi, dall’oggi al domani. Mi sbagliai”.
E infatti, ad appena due mesi dalla “discesa in campo” alla guida di Forza Italia, il Cavaliere vinse quelle elezioni, grazie all’alleanza con la Lega e i post-fascisti di AN.
Ci sarebbe però un’altra “verità”. Dopo il no scontato di Martinazzoli, Berlusconi aveva in serbo un piano B che Marcello Dell’Utri covava da tempo, anche con i suggerimenti di Bettino Craxi, fin dall’estate del 1992.
Il resto è… storia

PdA

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