Il diario di Pietruzzo 14

LA “POLITICA” DI SALVINI: DISTURBARE GIORGIA

“Patriota è quello che ogni giorno si prodiga per rendere la sua patria il Paese più bello del mondo”. La definizione è del generale Vannacci in una recente intervista a Sabelli Fioretti. Elementare, direbbe Watson!
Sorprende però quando aggiunge “non riuscirei a farlo per l’Europa”! E sorprende perché Vannacci è ora un parlamentare europeo. E con 18.050 euro lordi mensili.
Ma l’ex generale è leghista? Non è chiaro anche se i 500 mila voti sono tutti suoi. Diciamo che lo scranno se lo è “guadagnato” evitando a Matteo Salvini un nuovo, quasi sicuro tonfo elettorale dopo il Papeete del 2019.
E qui nascono le contraddizioni: di Vannacci, che va a Bruxelles pur non “sentendosi” europeista, e del segretario leghista che “abbraccia” il Movimento di Orban facendo “incazzare” nella tomba i Mazzini, i Garibaldi, i Cavour. Loro sì, veri patrioti, che hanno dato tutto per l’unità dell’Italia.
Ma questo a Salvini – non “appassionato” di storia come il ministro Sangiuliano – interessa poco. Per lui, importante, era non cadere nel “ridicolo” elettorale e continuare a fare il controcanto alla premier, che non sopporta, mettendola in difficoltà ogni volta che se ne presenta l’occasione con una sistematica azione di disturbo.
Alla faccia della sbandierata “coesione” del governo! Con Giorgia, sembra, “de minimis non curat” che in romanesco si traduce in: “senza di me ‘ndò va? Pe’ tetti?”

Ed effettivamente Salvini, salvato da Vannacci alle Europee, nel partito continua ad essere in difficoltà. Con lui 40 anni di Lega se ne vanno in fumo. Il Capitano di fatto ha trasformato il partito di Bossi in una formazione politica decisamente differente dalla sua ispirazione originale con manifestazioni di dissenso che costituiscono un fatto inedito per un partito tradizionalmente “cesarista”.
“La Lega era federalista, ora è malata di fascismo” è l’accusa di uno dei fondatori del Carroccio, Giuseppe Leoni. E malumori si avvertono soprattutto nelle roccaforti tradizionali del Carroccio: tra i veneti ma anche in Lombardia, in Piemonte e in Liguria.
Un’insofferenza che l’autonomia regionale differenziata potrebbe far rientrare e sulla quale il duo Salvini-Calderoli punta.
Ma fino a quando? I Governatori vorrebbero passare subito all’incasso, almeno per quelle Regioni non legate ai Lep. Un’operazione però tutta in salita che Fratelli d’Italia e gli azzurri di Tajani vorrebbero rinviare nel tempo quando l’autonomia riguarderà tutto il Paese.
E Salvini? In questo nessun Vannacci lo può salvare: Anche perché il Generale dice di amare la patria “più bella del mondo” e tace sui… singoli Statarelli regionali!

PdA

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