Il diario di Pietruzzo 5

MATTARELLA A SALVINI VA SPIEGATO BENE E CON CALMA

Mattarella aulico, professorale, cattedratico. Salvini più “ragionat” lombardo, in genere non in grado di articolare bene il pensiero e di capire quello degli altri. In fondo molti leghisti sono così, e lui è uno di loro. Due persone che viaggiano come rette parallele e che culturalmente non s’incontreranno mai. Come è avvenuto con la “lectio magistralis” di Trieste che Salvini non ha capito e che non gli hanno spiegato in tempo portandolo a “farla fuori dal vaso”.
Intanto – arduo compito – va chiarito al segretario della Lega cosa è una “lectio magistralis”: un discorso molto alto, culturalmente impegnato, che Mattarella ha centrato sui rischi per la democrazia e sui limiti ai poteri della maggioranza. In molti lo hanno capito ma non Salvini che, prendendo fischi per fiaschi, lo ha ristretto nei confini nazionali vedendolo come un attacco al governo. “Il popolo vota, il popolo vince, il popolo decide”, è stata la replica, per cui invece “c’è il problema della dittatura della Minoranze”.
Frase poco felice. Il “Capitone” (sotto tutti i punti di vista) non si è accorto che è proprio quello che la Destra sta facendo in Italia: Minoranza nel Paese (le opposizioni, sia pure divise, hanno avuto più voti) ma Giorgia si muove come se gli Italiani si fossero pronunciati tutti per lei e fa e disfa a suo piacimento fingendo di ignorare che gli avversari sono maggioranza nel Paese e disinteressandosi del tutto di quelli che si sono astenuti. E sono la maggioranza.
Per il Presidente della Repubblica il ris io ok chio è che il principio “un uomo un voto” venga distorto attraverso marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori. Ma questo a Salvini non lo hanno spiegato. Troppo difficile!

PdA

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