TRIESTE: NUOVA VITA PER LE ANTICHE SERRE DEL MUSEO DI MIRAMARE

F.V.

TRIESTE

Arrivando al Castello di Miramare, il più bel museo di Trieste visitato ogni anno da un milione di turisti, si passa per il Viale dei Lecci, caratterizzato da un inconfondibile profumo. E capisci subito che il binomio con la vegetazione non è un caso. Infatti l’imperatore Massimiliano d’Asburgo, che tra il 1856 ed il 1860 fece edificare questo gioiello di arte austro-ungarica per goderne in compagnia dell’amata Carlotta, affidò all’ingegnere austriaco Carl Juncker non solo la realizzazione del castello e delle sue appendici (castelletto, scuderie, ecc.) ma anche quella delle molteplici serre dove l’arciduca custodiva (e proteggeva dai freddi venti del nord-est, come la bora) piante e specie botaniche fatte arrivare a Trieste anche da altri continenti.

Juncker ed il giardiniere boemo Anton Jelinek fecero del loro meglio con le conoscenze ed i materiali/tecnologie dell’epoca. L’usura del tempo e degli agenti atmosferici non potevano però non lasciare traccia: di qui, anche, l’intervento di restauro conservativo di cui sono state oggetto le Serre del Parco di Miramare, inaugurate giovedì 4 luglio 2024.

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Il restauro, i cui risultati sono stati presentati alla stampa con dovizia di particolari e vera “passione” da parte di Andreina Contessa, direttore del Museo storico e parco del castello di Miramare (con responsabilità su tutti i Musei nazionali della Regione, ovvero Aquileia, Cividale e Grado, quest’ultimo prossimo alla riapertura dopo 30 anni), è servito a riportare le serre all’antico splendore e a riconsegnarle alla funzione

per cui erano state originariamente realizzate. L’edificio infatti presenta condizioni di orientamento e di esposizione al sole davvero ottimali per assolvere ai compiti di alloggiamento temporaneo e vivaio del parco. In occasione della inaugurazione delle Antiche Serre in nuova versione, all’esterno siamo stati accolti da filari di vasi di agrumi, valorizzati da una cornice di orgogliosi Agapanthus azureum, che nella stagione rigida troveranno, insieme con altre specie botaniche, adeguata ospitalità e protezione nelle serre dello Junker.

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Un luogo dove, dal 2020, il Museo di Miramare ha riprovato a tradurre in realtà il sogno di Massimiliano, quello di un giardino mediterraneo e profumato. E ci sono riusciti a tal punto che sono state coltivate varietà antiche di aranci amari (ricoverati in serra nella stagione rigida) da cui sono state prodotte le Amare, una marmellata pluristellata di arance dell’Orangerie di Miramare, adesso in vendita nel bookshop all’interno del Castelletto.

Tornando alle Serre, se l’aspetto esteriore e la consistenza materiale dell’edificio (pietra arenaria e pietra calcarea bianca) sono state salvaguardate nel corso dell’intervento, seguito dall’architetto Carlo Manfredi (valore intorno ai 350mila euro), gli adeguamenti hanno riguardato prevalentemente gli allacciamenti idrico ed elettrico e la piattaforma elevatrice che consente la movimentazione delle piante in vaso. Estrema l’attenzione al microclima interno che si appoggerà ad un impianto a riscaldamento radiante a pavimento a bassa temperatura e di lampade a raggi Uv per ovviare all’ombreggiatura degli alberi ad alto fusto, non così imponenti al tempo della costruzione.

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A questo punto… non rimane che una visita al Parco di Miramare, vera e propria porta di ingresso, in ogni modo si arrivi, a quel crocevia di bellezze e di culture che è Trieste.

Per ulteriori informazioni visita il sitohttps://miramare.cultura.gov.it/

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