IL GRANDE FURTO

Beaumont sur Mer

Hanno rubato il futuro Al Meridione e ai Meridionali. Li hanno lasciati senza terra, senza sole, senza mare, senza lavoro, senza più dignità… in un mucchio di spazzatura radioattiva e non, senza via di scampo. All’inizio del 1861, Camillo Benso Conte di Cavour, aveva fretta di portare a termine il progetto dell’unificazione dell’Italia, perché il Piemonte era vicino alla bancarotta e la sifilide era alle strette  e lo stava divorando. Diede ordine al massacratore del popolo meridionale, generale Enrico Cialdini, di distruggere Gaeta, cosa che il generale criminale di guerra e uomo devoto ai Savoia, non si fece ripetere e scaricò sulla città di Gaeta 160 mila bombe per distruggerla completamente.
Che l’unità d’Italia sia avvenuta per mezzo di furti, tradimenti, violenze e soprattutto di ingiustizie è risaputo. Ma è altrettanto risaputo quanta illegalità fosse a -saldo fondamento- di questo nuovo Stato appena costituito. Basti pensare che già nel 1854, sempre nel regno transalpino, già progettatore e artefice dell’Unità d’Italia, il guardasigilli Dott. Deforesta scriveva al Vescovo d’Ivrea, per rassicurarlo dei continui furti sacrileghi di confidare sulla fermezza e severità degli inflessibili magistrati. 
Dell’enorme tesoro in lingotti d’oro che allora il Banco di Sicilia conteneva e che fu saccheggiato dall’esecutore Garibaldi ne è testimonianza il fatto che poco meno di un anno prima (nel 1859) i dirigenti del banco siciliano avevano commissionato ad alcune imprese edili il rafforzamento della pavimentazione del Banco stesso resa pericolante dall’enorme peso della traboccante cassaforte in cui appunto erano contenute ingenti somme di denaro e enormi quantità di lingotti d’oro. Ad alleggerirla in quel maggio del 1860 e a risolvere i problemi e i pericoli del sovrappeso della cassaforte ci pensò, alla sua maniera, Garibaldi rapinando il contenuto della cassaforte e depredando i palermitani e i siciliani dei loro risparmi.
Da allora, a Sud le famiglie in povertà assoluta sono cresciute oltre di due volte e mezzo, passando da 443mila a 1 milione e 14mila, cioè il 40% in più solo nell’ultimo anno. In Italia, dal 2008 vi sono famiglie in stato di deprivazione materiale severa, cioè che non riescono, ad esempio, a pagare l’affitto o il mutuo.
Un Sud, in cui il 40% di giovani è senza lavoro e che non affronta il problema, non ha domani. Senza futuro perché prevale l’egoismo di chi ha una posizione dominante e non è disponibile a dare spazio alle nuove generazioni e ai meno abbienti. Una generazione costretta nell’angolo del ring della vita, condannata ad entrare nel mondo del lavoro da precaria ed in età inoltrata.
Questo atteggiamento sconsiderato è figlio di una generale immoralità pubblica e privata, di cui abbiamo sensazione ogni volta che leggiamo i giornali o ascoltiamo un telegiornale. Alcuni meridionali cominciano a rendersi conto di questo fallimento, cominciano a capire che il loro futuro non può essere delegato a governanti che parlano una lingua a loro sconosciuta.
Sono i numeri di un tracollo senza appello a cui si continuano a contrapporre le solite politiche sterili e fini a se stesse che hanno ormai condannato allo spopolamento una delle aree più gloriose del nostro Paese come la Calabria che ultimamente ha subito un’invasione di alcuni gasteropodi terrestri( forma di mollusco provvisto in genere di una conchiglia dorsale avvolta a spira da cui fuoriescono il piede per la locomozione e il capo con occhi tentacolati si cibano praticando fori nei fragili muri delle loro povere case, fori attraverso cui succhiano la carne delle loro vittime).
Così come in natura esistono predatori che catturano e uccidono altri animali per alimentarsi, anche negli essere umani si verifica un fenomeno simile di altissima violenza di cui sono protagonisti i cosiddetti predoni, dei veri e propri “rapaci” e le loro sfortunate vittime: semplici e a volte sprovveduti cittadini. Ci siamo abituati al peggio, quasi fosse normale che gli amministratori saccheggino le risorse pubbliche, i dirigenti gestiscano gli uffici nell’interesse personale o di gruppi di potere, nessuno di questi esseri mostruosi sembra esser mosso da altro che dall’ ingordigia di acquisire dei vantaggi, più che dalla volontà di offrire un servizio alla collettività.
Nessuno crede più in niente, tanto che il Meridione appare triste e rassegnato, senza alcun impulso, senza nutrire alcuna speranza, sempre più chiuso in sé stesso. L’identikit del rapace: in apparenza si tratta di un soggetto come tanti, non è quasi mai un leader. Solitamente è spilorcio, egocentrico, narcisista e con delle ideologie razziste. Il suo obbiettivo è la decomposizione morale, personale, psicologica e sociale delle sue vittime, tanto che a volte si arriva al punto in cui queste decidano di porre fine alla loro vita.
Uno sguardo, una parola o una semplice insinuazione possono bastare a scatenare un processo di distruzione dell’altro. Le azioni portate a termine dai predoni sono così quotidiane che a volte sembrano quasi normali, mentre le vittime stanno zitte e soffrono in silenzio. Attraverso un processo di violenza morale e psicologica continua, si può infatti arrivare a fare a pezzi un’altra persona.
Questo processo tumorale, creatosi negli ultimi 150 anni, ha avuto una forte accelerazione con l’avvento al potere di “partiti” che perseguono esclusivamente i biechi interessi di una minoranza, a scapito della maggioranza dei cittadini. Le forti differenze economiche generatisi a seguito di decenni e decenni di politica che ha favorito lo sviluppo industriale ed economico solo in alcune zone, con le altre condannate ad essere serbatoio di voti per le elezioni e mercato per assorbire i prodotti ed i servizi offerti dalle prime.
Molto spesso si sente dire che se una persona viene trattata come vittima è colpa della sua debolezza o della mancanza di forza di volontà. In questo caso, invece, si tratta proprio del contrario: le vittime vengono scelte perché hanno qualcosa in più, qualcosa di cui il loro aggressore vuole appropriarsi. Questi sciacalli sociali, che in vita loro non hanno mai conosciuto il dolore, se ne nutrono come i vampiri si nutrono del sangue delle loro vittime. Sciacalli Sociali che si sono moltiplicati come i Gremlins, ma con l’acqua santa.
Gigino A Pellegrini

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