Quisquilie e Pinzillacchere ma… non solo 48

SALVINI SULLE… ORME DI MUSSOLINI?

La tesi è forse ardita ma, a guardar bene, la vita politica di Matteo Salvini nei primi anni sembra percorsa sulle orme di Benito Mussolini. Ovvio, solo… in scala. Il segretario della ormai “fu” Lega non è capace neppure di mettere le mani sui fianchi, e lo sguardo e la mascella, oltre al tono di voce, non hanno nulla in comune con il Duce. Al massimo lo ricordiamo con le mani giunte, a mo’ di preghiera, e la testa e il collo un po’ ricurvi che dondolano come i cagnolini che una volta comparivano sui lunotti delle automobili con le quali i genitori la domenica portavano i figli al mare. Anche in questa postura il “Capitone” è in sedicesimo: Niente Duce ma la più domestica…Ducetta, con la quale peraltro non va affatto d’accordo.
Ma torniamo alle somiglianze, peraltro apparenti. Mussolini, dopo la prima guerra mondiale e prima di dar vita al fascismo, è stato direttore dell’Avanti e socialista di spicco. Ebbene in alcune fotografie giovanili vediamo un Salvini ancora giovane, con i baffetti neri e un fazzoletto verde al collo, sorridente accanto allo storico fondatore della Lega, Umberto Bossi.
E leghista, per qualche decennio, Matteo Salvini lo è stato. Non si sa – vista la… deriva per la Decima di questi mesi – con quanta convinzione.
Sicuramente fino a quando i sondaggi che lo davano intorno al 38 per cento gli fecero credere, complice il caldo di agosto e qualche rinfrescante mojito, che i tempi erano maturi. Come il Mussolini dell’assassinio di Matteotti e la Meloni di oggi.

Fu un’allucinazione e il Nostro si è ritrovato - come lo raffiguravano nel 2019 alcune vignette -  con la barba incolta, i capelli scomposti e sudaticci, seduto sul ciglio di un marciapiede con la  bottiglia mezza vuota di una birretta.
Da allora  Salvini non si è più ripreso e si è avviluppato in una serie di capriole degne di un funambolo da circo, precipitando nei sondaggi fino all’8/9 per cento, in competizione con Forza Italia, da un anno orfana di Berlusconi e affidata alle cure del modesto ma pratico Tajani.
E’ a questo punto  che il “demolitore” della Lega ha tentato la mossa  della disperazione: Con i Governatori del Nord che lo stavano mettendo al muro e – in attesa del risultato delle Europee -  avevano già caricato i fucili, sputtanato pubblicamente dal vecchio Bossi,  si è affidato al generale Vannacci candidandolo da indipendente per Bruxelles, sperando così di arginare la sua capitolazione.
Risultato:  Forza Italia ha superato comunque, sia pure di poco,  la Lega di marca salviniana e  il “rianimatore” della Decima con 500 mila preferenze si appresta ad “appropriarsi” di fatto di un Partito che il padre nobile, Umberto Bossi,  aveva già sconfessato annunciando il suo voto per il Partito del “fu” Berlusconi.
E Salvini? Stretta la soglia, larga la via,  dite la vostra che ho detto la mia.
Solo che, purtroppo, non è una favola!
PdA

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