PICCOLO RIFUGIO SULL’ULISSE MARE

Beaumont sur Mer

Oggi, grazie alla broncopolmonite che mi costringe a restare in casa, davanti allo Stromboli e alla “ciabatta” di mio nonno materno, vorrei garbatamente dire ai politici che, con non molto rispetto parlando, mi hanno rotto le palle.
Compagni e “illuminati”, l’Italia è cosa e casa loro. Ne sono dominus, Konducatores e dittatori. Noi non contiamo nulla. Gli “illuminati” liberal- democratici non contano nulla, il padreterno de cristiani non conta nulla. Voi, coi vostri giochini saltuari da circo equestre; voi, lì dentro, a parte reggere il moccolo, svernare nei vostri scranni e fungere da foglia di fico; Voi, nella loro casa che diavolo ci state a fare?
La quarta rivoluzione industriale sta cambiando non solo quello che facciamo, ma anche chi siamo. Influenza la nostra identità e tutti i quesiti ad essa associati: il nostro senso della privacy, le nostre nozioni di proprietà, le nostre abitudini consumistiche, il tempo che dedichiamo al lavoro e al tempo libero, e il modo di progettare il nostro futuro, coltivare le nostre capacità, incontrare persone e nutrire i rapporti interpersonali.
La nostra salute sta cambiando, conducendoci verso un sé “quantistico”, e fra non molto produrrà una nuova fase evolutiva. La lista è infinita e a porre i confini sembra esserci al momento solo la fantasia umana. Come tanti altri, utilizzo la nuova tecnologia già da molti anni, ma a volte mi chiedo se l’integrazione della tecnologia nella nostra vita possa in qualche modo diminuire la quintessenza della nostra capacità umana, come la compassione e la cooperazione.
Il nostro rapporto con lo smartphone è un esempio calzante. Essere collegati costantemente può privarci di uno dei beni più importanti della vita: la pausa, la riflessione, e la capacità di avere una conversazione piena di significato con altri esseri umani. Una delle più grandi sfide, poste dalle nuove tecnologie dell’informazione, è la privacy, che istintivamente riusciamo a percepire.
Inoltre, sembra essere importante il monitoraggio e la condivisione di informazioni su noi stessi, come parte cruciale della nuova connettività. Certamente vi saranno molti dibattiti su questioni fondamentali come l’impatto sulla nostra vita interiore e sulla perdita del controllo sui nostri dati che si intensificheranno negli anni a venire. Allo stesso modo, la rivoluzione che si sta attuando nel campo delle biotecnologie e l’Intelligenza Artificiale, che stanno ridefinendo il significato dell’essere “umano” spingendo indietro le soglie attuali della durata della vita, la salute, la cognizione e capacità, costringendoci a ridefinire i nostri confini morali ed etici.
Né sulla tecnologia né sulla rottura causata da essa in quanto forza esogena, gli esseri umani sembrano avere alcun controllo. Tutti noi dovremmo essere responsabili della sua evoluzione, nelle decisioni che prendiamo ogni giorno, come cittadini, consumatori e programmatori. Chiaramente questo il Sistema di potere decisionale cercherà di non permetterlo.
Dovremmo, quindi, essere in grado di cogliere l’opportunità ed assumere con le poche briciole, che lor Signori della Terra ci concedono, il potere di modellare e condurre la Quarta Rivoluzione Industriale, indirizzandola verso un futuro che rifletta i nostri obiettivi e valori comuni. Pura fuffa!
Per poter raggiungere qualche residuato obiettivo, dovremmo essere in grado di sviluppare una visione completa, condivisa e globalizzata su come la tecnologia stia influenzando la nostra vita e come potremmo rimodellare una nuova economia, gli ambienti sociali, culturali e umani.
Non c’è mai stato un momento così nella storia umana; una così grande possibilità di rivoluzionare il sistema in cui viviamo o subire uno dei momenti potenzialmente più pericolosi per l’intera umanità. Oggi il sistema del potere decisionale, tuttavia, continua ad essere volutamente fermo nel proprio pensiero tradizionale, lineare, e molto impegnato nel creare molteplici crisi nelle zone periferiche del sistema e trovare allo stesso tempo una propria continuità futura legata indissolubilmente al suo plasmare la vita umana, togliendo ancora una volta la possibilità all’autodeterminazione dei popoli.
Per impedire tutto ciò avremmo bisogno di costruire un futuro che funziona per tutti e non per pochi. Ponendo le persone nelle condizioni di gestire la propria esistenza. Al contrario, nella sua forma più pessimistica e disumanizzante , la quarta rivoluzione tecnologia, potrebbe effettivamente avere il potenziale di “robotizzare” l’umanità e, quindi, privarla del cuore e dell’anima.

“I’ll stand by you in wear or well Daisy, Daisy
You’ll be the bell we’ll try to rip you know
Sweet daisy bell, please take the lead in each trip we take.”

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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